Descrizione
Un “meteorite”, un esperimento teatrale “fantasmatico” da maneggiare con cura. Da Fabrizio Gifuni scritto, diretto e interpretato, lo spettacolo si basa sul volume filologicamente aggiornato nel 2019 del carteggio dell’allora presidente della Democrazia Cristiana, Aldo Moro. Barbaramente assassinato dalle Brigate Rosse dopo 55 giorni di prigionia tra il 17 marzo e il 9 maggio 1978, la sua vicenda tenne col fiato sospeso l’Italia, dolorosamente divisa tra “trattativisti” e intransigenti. Moro durante la prigionia parla, ricorda, scrive, risponde, interroga, confessa, accusa, si congeda. Moltiplica le parole su carta: scrive lettere, si rivolge ai familiari, agli amici, ai colleghi di partito, ai rappresentanti delle istituzioni; annota brevi disposizioni testamentarie. E insieme compone un lungo testo politico, storico, personale – il cosiddetto memoriale – partendo dalle domande poste dai suoi carcerieri. A distanza di quarant’anni il destino di queste carte non è molto cambiato. Poche persone le hanno davvero lette, molti hanno scelto di dimenticarle.