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Michelangelo: l’effigie in bronzo di Daniele da Volterra - Da martedì 15 febbraio alla Galleria dell’Accademia
Per la prima volta esposti, in un’unica sede, tutti gli esemplari antichi dei busti in bronzo di Michelangelo, attribuiti a Daniele da Volterra, provenienti da vari musei internazionali come il Museo del Louvre, il Musée Jacquemart-André a Parigi e l'Ashmolean Museum of Art and Archaeology a Oxford. E’ la mostra curata da Cecilie Hollberg, direttrice della Galleria dell’Accademia, dal titolo Michelangelo: l’effigie in bronzo di Daniele da Volterra.
L’esposizione affronta il problema della cronologia e della fusione delle effigi bronzee di Michelangelo è rimasto da tempo nell’ambito degli studi di storia dell’arte un punto da chiarire: fatta eccezione per il busto di Casa Buonarroti a Firenze, rimasto per secoli di proprietà degli eredi, sussiste infatti una sostanziale incertezza circa la provenienza dei numerosi esemplari esistenti in varie collezioni italiane e straniere.
Recentemente, il restauro dell’esemplare conservato presso la Galleria dell’Accademia di Firenze ha acceso l’interesse verso l’identificazione delle relazioni tra i nove busti fusi da Daniele da Volterra nella seconda metà del Cinquecento. È stato quindi di fondamentale importanza allestire un evento espositivo che permetta di chiarire la questione sulla base di ricerche scientifiche (Via Ricasoli, 58/60 - 055 0987100 - mar-dom 9-18.45 (chiuso lun) - 12 euro, ridotto 2 - galleriaaccademiafirenze.it - fino al 19 giugno).
Galileo Chini e il Simbolismo Europeo - È dedicata al pittore, illustratore e ceramista fiorentino la prima esposizione a Villa Bardini, dopo la chiusura per pandemia. Galileo Chini è stato il maggiore esponente italiano del gusto Liberty e uno dei maggiori interpreti europei dell’Art Nouveau. ‘Galileo Chini e il Simbolismo Europeo’ si focalizza sugli anni giovanili (Firenze 1873-1956) che lo resero famoso a livello internazionale. È curata da Fabio Benzi e promossa da Fondazione CR Firenze e Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron.
Oltre 200 pezzi fra dipinti, disegni, illustrazioni e ceramiche, in un susseguirsi continuo di legami e parallelismi fra l’artista e l’arte internazionale che lo ispirò e che a lui si è ispirata. Opere dell’ambiente artistico tra simbolismo francese e mitteleuropeo, tra preraffaellismo e secessioni, che vede intrecciare il percorso di Chini con quello di artisti come Rodin, Klimt, Klinger, Hodler, William de Morgan, Beardsley, Previati, Segantini, Odilon Redon, Félix Vallotton, Pierre Bonnard e molti altri (Costa San Giorgio, 2 – 055 2638599 – tutti i giorni 10-18 (chiuso lun) – 10 euro, rid 5 - www.villabardini.it - fino al 25 aprile).
Hi Woman! La notizia del futuro - Da sabato 11 a Prato 22 Artiste Internazionali in dialogo con le opere di Palazzo Pretorio a Prato. È la mostra promossa dal Comune di Prato - Museo di Palazzo Pretorio, a cura di Francesco Bonami.
Huma Bhabha, Irma Blank, Koo Donghee, Marlene Dumas, Isa Genzken, Jessie Homer French, Roni Horn, Jutta Koether, Andrew LaMar Hopkins, Maria Lassnig, Babette Mangolte, Lucy McKenzie, Aleksandra Mir, Susan Philipsz, Paola Pivi, Maja Ruznic, Jenny Saville, Fiona Tan, Genesis Tramaine, Andra Ursuta, Marianne Vitale, Lynette Yiadom-Boakye. 22 donne, non per rispettare una correttezza politica scontata ma per sottolineare la centralità del soggetto femminile nella narrazione antica e contemporanea. Attraverso la pittura, la scultura, il video ed il suono le artiste invadono il museo mettendosi in dialogo con le opere della collezione permanente, trovando a volte una sintonia a volte creando cortocircuiti potenti e carichi di stimoli per il pubblico (Prato, Piazza del Comune - 0574 1837859 – lun-dom 10.30-18.30 (chiuso mar) - 8 euro, rid 6 - palazzopretorio.prato.it - fino al 27 febbraio)