Pistoia, la Pop Art, il Mondo

A Palazzo Buontalenti la grande mostra ’60 Pop Art Italia.

Courtesy Fondazione Pistoia Musei © Ela Bialkowska OKNOstudio

Palazzo Buontalenti ospita la grande mostra ’60 Pop Art Italia che segna la prima importante tappa di un ampio progetto di Fondazione Pistoia Musei, per la valorizzazione e l’affermazione della città come centro culturale e artistico a livello nazionale e internazionale. Un evento unico pensato esclusivamente per Pistoia, promosso da Fondazione Caript con il sostegno di Intesa Sanpaolo.

Da sabato 16 marzo al 14 luglio, 70 opere che ricostruiscono le vicende della Pop Art in Italia, attraverso i suoi maggiori esponenti, tra cui Mario Schifano, Tano Festa, Franco Angeli, Mimmo Rotella, Mario Ceroli, Pino Pascali, Fabio Mauri, Jannis Kounellis, Renato Mambor, Titina Maselli, Giosetta Fioroni, Laura Grisi, Enrico Baj, Valerio Adami, Emilio Tadini, Michelangelo Pistoletto, Ugo Nespolo, Piero Gilardi, Concetto Pozzati, Roberto Barni, Umberto Buscioni, Adolfo Natalini e Gianni Ruffi. Prestigiosi i prestiti che provengono da alcune importanti istituzioni pubbliche come la Galleria d'Arte Moderna di Palermo, la Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea di Torino, il Mart di Trento e Rovereto, i Musei Civici Fiorentini, la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e da collezioni private di statura istituzionale come quella di Intesa Sanpaolo o da gallerie e collezionisti che possiedono alcuni capolavori di questi artisti.

Dici Pop Art e pensi a New York, o alla Swinging London e soprattutto a Andy Warhol e alla sua Factory che negli anni ’60 stravolse per sempre il concetto di arte e società. Un fenomeno prettamente metropolitano che nasce a Londra nel 1956, si sviluppa contemporaneamente nella Grande Mela, Los Angeles, Parigi per diffondersi poi in tutto il mondo, divenendo il linguaggio artistico principale del decennio Sessanta almeno fino al 1968. Anche in Italia la Pop Art assume questa caratteristica: i centri principali di irradiazione e sviluppo di questa tendenza sono Roma, Torino e Milano. In una nazione policentrica come tradizionalmente è l’Italia, si trovano però anche rari ma significativi centri di produzione e diffusione, come nel caso singolare di Pistoia, città che vede, intorno alla metà del decennio, l’affermazione di un gruppo di artisti denominato per l’appunto “Scuola di Pistoia” e composto da Roberto Barni, Umberto Buscioni, Adolfo Natalini e Gianni Ruffi.


Antonio Fomez, Viva il consumo, 1964

L’importante e originale allestimento curato da Walter Guadagnini, frutto di un lavoro attento che riesce a valorizzare al meglio le opere esposte, ripercorre questo viaggio a tappe, a “scuole”, partendo da Venezia che pur non avendo esponenti di questa corrente artistica, ne ha decretato l’affermazione a livello mondiale con la celebre Biennale del 1964 che ospitò quattro artisti americani simbolo della Pop Art: Jim Dine e Claes Oldenburg,  Jasper Johns, Robert Rauschenberg vincitore del Gran Premio di pittura.

Il percorso si apre proprio con tre lavori di Robert Rauschenberg (Blue Exit, 1961), Jasper Johns (Flag, 1969) e Roy Lichtenstein (Yellow and Black Brushstroke - Eat Art, 1970-1971) invitato alla Biennale del 1966, opere che generano immediate reazioni negli artisti italiani che si appropriarono del loro stile e anche delle icone della società statunitense. Come Mimmo Rotella in L'ultimo Kennedy (1963), Ettore Innocente in Jasper Johnson alla Casa Bianca e Roberto Crippa con La mia Marilyn. Si approda poi nella Capitale, Roma, con la "Scuola di Piazza del Popolo" in cui si ritrovano Mario Schifano, Tano Festa, Franco Angeli, Mimmo Rotella, Mario Ceroli, Pino Pascali, Fabio Mauri, Jannis Kounellis, Titina Maselli, Giosetta Fioroni, Laura Grisi. Si procede verso Pistoia di cui abbiamo già parlato, brevi tappe a Firenze, Genova, Torino, Milano e Palermo dove, a fronte di una situazione sociale complessa, si assiste alla formazione di una scena culturale vivacissima.

Il percorso termina con due artisti che rappresentano un po’ l’Alfa e l’Omega di questa esperienza, ovvero Richard Hamilton e Andy Warhol. Del primo, che ne decretò la nascita nel ’56, Swingeing London, che ritrae il musicista Mick Jagger e il gallerista Robert Fraser durante il loro arresto per droga nel 1967; del secondo, una serigrafia della serie Flowers, antesignano di un immaginario psichedelico che segnerà a sua volta gli anni Settanta ormai alle porte.

Palazzo Buontalenti - via de’ Rossi 7, Pistoia - 0573 974267 - biglietti: 10 euro, rid 7; mostra + sedi Fondazione Pistoia Musei 12 euro, rid - www.pistoiamusei.it – fino al 14 luglio

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