Giovanni Busi: "Chianti President" ai tempi del Corona Virus

Interviste Lampo a 1 metro di distanza: come vivono questi giorni alcuni protagonisti della nostra città.

A casa, con un buon bicchiere di Chianti e con il tempo per scoprire chi c'è dietro ogni bottiglia, preparando mentalmente un itinerario enogastronomico post "clausura". E' il suggerimento di Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti, che in questi giorni porta avanti le richieste preoccupate delle piccole e medie imprese. Per sopravvivere domani è necessario avere un sistema Stato e banche all'altezza della situazione, che funzioni e dia risposte immediate e concrete.

La tua "nuova" giornata ora che sei "costretto" a casa.
La mia è un'azienda agricola e quindi rientriamo nei settori considerati indispensabili. L'attività è aperta e prosegue, siamo tutti al lavoro rispettando tutte le disposizioni a tutela della salute.

La cosa che ti colpisce di più di questa inedita situazione.
E' il blocco totale dei rapporti commerciali. In tutto il mondo si sono fermate le vendite, è una condizione che indubbiamente mina le nostre certezze e ci preoccupa, non tanto per l'immediato futuro, ma nel medio e lungo termine. Non sappiamo cosa succederà e come reagiranno i mercati. Quando riapriremo, avremo gli stessi clienti oppure il mercato sarà fiacco e stanco, più ridotto di prima?

La cosa che ti preoccupa di più di questa inedita situazione, sia sul piano personale che in relazione al mondo del vino.
C'è una cosa su tutte che mi preoccupa: come si comporterà il sistema finanziario e bancario. Mi chiedo se sarà all'altezza della situazione, se le banche sapranno dare risposte adeguate. Penso a quando un imprenditore andrà in un istituto di credito a chiedere fondi per pagare semplicemente i dipendenti e i fornitori, per ripartire. La banca sarà immediatamente disponibile ad aprire una linea di credito? Questa è la questione che preoccupa il mondo del vino. Oggi sappiamo che ci sono tantissime problematiche e che tante aziende hanno grossi problemi di liquidità. La domanda è: queste aziende riusciranno a sopravvivere oppure il sistema bancario e il sistema Stato gli daranno un ulteriore colpo. Il prezzo da pagare sarebbe altissimo perché andremo a perdere tutta la piccola e media impresa che poi è l'ossatura del nostro Paese. Il sistema economico ripartirà, a velocità diverse, ma è necessario che Stato e banche siano al fianco delle attività produttive.

Come vedi la prospettiva, secondo te quando ne usciremo?
Credo che chi ripartirà lo farà con forza. La gente ha voglia di uscire, di stare con gli altri. Lo abbiamo visto ogni anno nel periodo tra ottobre e dicembre, in prossimità delle feste, quando il consumo di vino aumenta considerevolmente. Si replicherà questo comportamento e avremo una ripartenza positiva e buona.

Un consiglio ai nostri lettori per passare il tempo a casa...
Impariamo a conoscere chi c'è dietro una bottiglia di vino. Ora usciamo solo per fare la spesa, quindi acquistiamo ottime bottiglie di Chianti da bere a casa com calma. Poi approfittiamo di questo tempo per conoscere meglio le aziende produttrici attraverso i loro siti web, capire la filosofia che sta dietro la produzione. Quando usciremo da questa clausura può essere un buon motivo per andare in queste aziende, incontrare i produttori e visitare le loro cantine.

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