Due o tre cose imparate nel Valdarno di Sopra

Cambiamento climatico, significato della Vigna, prospettive del Biologico in un convegno organizzato dalla DOC a Il Borro.

Lo scorso martedì 16 maggio, ospite l’anfiteatro del Borro, nella tenuta omonima di Ferragamo a Loro Ciuffenna, al confine tra Valdarno e Casentino, si è tenuta una giornata di approfondimento della denominazione organizzata dal Consorzio Valdarno di Sopra DOC, che comprende circa 20 aziende vinicole di varie dimensioni e caratteristiche.

PRESENZE
Oltre 40 i giornalisti italiani e stranieri settore presenti, tra cui Monica Larner, Marco Sabellico curatore nazionale del Gambero Rosso, Mario Busso direttore di Vinibuoni d’Italia Touring Club, Jeffrey Porter di The Wine Enthusiast e Gilles Durand -Daguin per Bettane & Desseauve France. Inoltre noti enologi: Carlo Ferrini, Stefano Chioccioli e Maurizio Alongi, l’agronomo- produttore Ruggero Mazzilli e Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi, in collegamento video.

TERRITORIO
Sarà sembrato un po’ scontato ai più avvezzi, ma da ogni parte si è ripetuto e sottolineato con forza quanto oggi conti il territorio come fattore identitario nella produzione vinicola. Nel caso specifico, avvicinarsi al Valdarno di Sopra ha il sapore della scoperta, un qualcosa che se non è nuovo è però per tanti come se lo fosse, quindi ok il vitigno ma il territorio, il terroir, ecco quello che va conosciuto e apprezzato.

CAMBIAMENTO CLIMATICO
Su questo tema si è espresso con una pacata esposizione il meteorologo Paolo Sottocorona. Ecco cosa ci ha detto e cosa se ne può dedurre.
1 - il cambiamento climatico fa parte della storia del mondo, è sempre avvenuto ma in periodi lunghissimi, migliaia di anni, mentre adesso si è concentrato in pochi decenni.
2 - la causa principale, l’accelleratore, è stata la rivoluzione industriale di fine ‘800 che ha portato ad un aumento dell’anitride carbonica nell’atmosfera del 50% negli ultimi 100/120 anni, Il famoso biossido di carbonio (CO₂).
3 - Non si deve credere che farà solo più caldo. Ci sarà e c’è invece molta differenza nel manifestarsi di questo fenomeno nelle più diverse aree del mondo. Cambiano cioè i meccanismi che determinano il riscaldamento, e non si tratta dunque di una variazione uniforme.
4 - Tutto porta a pensare – ha detto Sottocorona - che l’Italia entri in una fascia di minori precipitazioni (evitare ironie su quanto accaduto di recente in Emilia Romagna, ndr).
5 - È importante che la Politica metta in campo strategie efficaci per affrontare il fenomeno.
Fine collegamento con il meteorologo e qui scatta la riflessione personale. Direi che si entra in una nebulosa… anche perché Il mondo europeo incide solo per il 7% nello sviluppo globale di questo fenomeno. Proprio per questo - in attesa che il restante 93% del mondo si adegui - viene da pensare che nel tempo breve si debba piuttosto intervenire “a valle” di questo fenomeno - messa in sicurezza del territorio, risparmi energetici mirati, impianti di desalinizzazione acqua marina, nuove accortezze nella produzione agroalimentare – anziché perseguire con tabelle di marcia forzate riconversioni di apparati produttivi e di consumo abbastanza irrealistiche e dai costi sociali imprevedibili. Questo non significa rinunciare all’obbiettivo, ma declinarlo in modo realistico e sostenibile – ecco, appunto, sostenibile! – dalla grande maggioranza della popolazione europea.

LA VIGNA NON È UN’UGA
La scelta del Consorzio Valdarno di Sopra Doc è stata di non introdurre in disciplinare sottozone come Menzioni o Unità Geografiche Aggiuntive (MGA e UGA), ma di scegliere la via dell’indicazione “Vigna” in etichetta, ovvero l’inserimento delle migliori vigne aziendali, studiandone clima, esposizione e qualità delle uve. Una scelta che si differenzia da quelle lanciate da altri Consorzi e che in questo caso ha trovato il consenso di diversi opinion leader del settore: Stefano Chioccioli, noto enologo, Jeffrey Porter, “Wine Enthusiast”.

IL BIOLOGICO, TEMA CLOU DELL’EVENTO
La proposta forte del Consorzio è inserire in disciplinare il metodo biologico nella produzione dei vini. Un metodo peraltro praticato da tutte le aziende partecipanti al Consorzio. L’idea è meritevole e piace a tutti (plauso dall’assessore all’Agricoltura di Regione Toscana Stefania Saccardi, dalla presidente di FederBio Maria Grazia Mammuccini e dall’on. Paolo De Castro, vicepresidente della Commissione Agricoltura UE.
Ma c’è un MA…. Lo ha ricordato la Dott.ssa Roberta Cafiero del Ministero dell’Agricoltura. A livello normativo la strada non è facile “non perché non sia un’idea virtuosa che condividiamo, ma perché la Denominazione di Origine è una denominazione di prodotto, mentre quella del biologico è una certificazione di metodo e metterle entrambe come condizioni obbligatorie non è normativamente semplice”. Comunque porte aperte al confronto, vediamo… intanto per rafforzare il messaggio Luca Sanjust, presidente del Consorzio, ed Ettore Ciancico, direttore, entrambi conduttori del convegno, hanno presentato in anteprima il logo della nuova associazione “Produttori VigneBio Valdarno”, che riunisce tutti i produttori aderenti con vigneti già in regime biologico.

I VINI
La mattinata si è conclusa con Sandro Sangiorgi, fondatore di Porthos, accreditato formatore del mondo del vino, che ha introdotto la degustazione “Otto Produttori, nove vini e due belle annate” dedicata a 2016 e 2019 in Valdarno di Sopra. Meritorio il servizio sommelier della delegazione AIS di Arezzo per far apprezzare e scoprire le notevoli differenze gustative nei vini offerti: La Salceta, ruschieto sangiovese; Migliarino e Montozzi, riserva sangiovese; Tenuta Sette Ponti, Vigna dell’Impero; Fazzuoli, Pugnitello; Il Carnasciale, Caberlot; Campo del Monte, Cabernet Sauvignon; Petrolo, Galatorna e Boggina.
Nel pomeriggio 15 produttori soci della denominazione hanno esposto la loro produzione nei banchi di assaggi aperti al trade e agli operatori di settore.

www.valdarnodisopradoc.it


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