La Vernaccia. Un vino con i piedi per terra. La sua terra.
Cronaca di un'Anteprima. E di un incontro gourmet....
Vino e territorio è uno dei grandi mantra nella
comunicazione enologica contemporanea. Dopo anni che, come ricordano gli
osservatori più attenti, il mondo del vino ha visto una forte
esplosione dei vini varietali, con grandi volumi e gusti standardizzati,
oggi è il momento di riportare il vino coi piedi per terra, anzi, meglio, il vino con i piedi nella sua terra,
essendo il vino un veicolo straordinario di conoscenza e riscoperta di
territori, storie, identità, vettore speciale di turismo qualificato.
Se è vero dunque che connettere con forza vino e paesaggio
è tutt’altro che improprio, in quanto ogni sorso ci fa viaggiare con la
mente e riscoprire un luogo che abbiamo visitato o farci desiderare di
farlo, pochi vini come la Vernaccia di San Gimignano
rispondono così bene a questo identikit. Il legame esclusivo con il
territorio della cittadina toscana dalle belle torri è indiscutibile e
davvero stringente, così come la storicità di questo vino che affonda le
sue radici in tempi molto lontani, come dimostrano vari documenti
storici, opere letterarie e atti ufficiali che lo fanno risalire al
1200, oltre alla celebre citazione di Dante nella Divina Commedia.
Pensate poi che fu la Vernaccia nel 1468 ad allietare il banchetto di
nozze dei Medici-Rucellai, nonchè i pasti di Lorenzo il Magnifico
documentati dalle richieste scritte inviate al Comune di San Gimignano.
Della Vernaccia si ricorda e identifica facilmente il colore
- giallo paglierino tenue, tendente al dorato con l'invecchiamento,
qualità specifica di questo vino che, caso raro tra i bianchi, migliora
proprio con il tempo. La nuova annata – oltre 4 milioni e mezzo di bottiglie prodotte - ne ha confermato il profumo
fine, penetrante, fruttato (agrumi), floreale (ginestra e mimosa),
erbaceo, minerale (sentore di pietra focaia) e il sapore asciutto,
fresco, di buon corpo e persistenza, dal lieve retrogusto amarognolo di
mandorla.
Azzeccata è parsa dunque l’impostazione che il Consorzio del Vino Vernaccia presieduto da Irina Strozzi ha dato quest’anno all’annuale degustazione in sala Dante per l’Anteprima 2020, un approfondimento su cosa si intende per “classicità”
nel mondo del vino oggi, portando ad efficace conferma la degustazione
delle annate 2019 e la Riserva 2018, dalla media qualitativa assai
convincente, specie per la 2019. Difficile comunque esprimere un parere
uniforme, perchè siamo in un mosaico di suoli e microclimi molto
complesso ed oggi questo si rivela con sempre maggior chiarezza nei
bicchieri.
Tornando ai “piedi per terra” ottima idea anche quella di proporre alla cena di gala dell’Anteprima 2020 al Relais La Cappuccina i piatti di sorprendente modernità, nonché assolutamente armonici con le tradizioni toscane, dello Chef Maurizio Bardotti, dell’AgriRistorante AL 43, una delle “chicche” gourmet sbocciate in questo territorio. Superlativo il cannolo di patate con maionese ai funghi, nocciola e colatura di alici; suadente la pancia di maialino kaluni con mela al gin, chiccoso il dessert: mandorla, zafferano, yogurt dolce, cipolla candita. Che al nostro tavolo si sono “incontrati” con i vini di alcuni dei più apprezzati produttori locali: Panizzi, Teruzzi, Agricoltori del Geografico, Cesani, Fugnano e Bombereto, Guicciardini Strozzi, Il Colombaio di Santa Chiara.
www.vernaccia.it
AL 43 Locanda dell'Artista - Loc. Canonica, Lucignano 43, San Gimignano - 0577 946026 - aperto pranzo e cena (chiuso lun) - www.locandadellartista.com