Il Mulino a Vento e la Fattoria di Lavacchio

Novità di novembre la cena nell'antico mulino.

Novità A CENA NELL’ANTICO MULINO: una cena esclusiva all’interno di un vero Mulino a vento con un solo tavolo apparecchiato elegantemente e dedicato a 2 persone. L’accesso è riservato dalle ore 19 con aperitivo da gustare all'interno o all'esterno. La cena comprende 4 portate a scelta da un menu studiato dallo Chef Mirko Margheri. Costo: 300 euro a coppia: aperitivo, 4 portate, acqua, 1 bottiglia di vino della Fattoria Lavacchio, coperto e caffè. Su prenotazione: almeno una settimana prima. È possibile abbinare una notte con colazione in Agriturismo presso la Fattoria Lavacchio, a 130 euro.

IL RISTORANTE MULINO A VENTO è parte integrante della Fattoria Lavacchio, azienda agricola gestita dalla famiglia Lottero vocata alla coltivazione e produzione biologica di vino e olio, e prende il nome del manufatto di epoca granducale ispirato agli antichi disegni progettuali di Leonardo da Vinci. Il locale è immerso nel verde della campagna, circondato di vigneti, orti e oliveti, protagonisti indiscussi della cucina. Lo spazio è stato rinnovato mantenendo lo stile essenziale del ‘900 toscano, con la grande veranda e la vetrata che si aprono sulla Valdisieve per tramonti mozzafiato. Chef Mirko Margheri propone una cucina toscana reinterpretata con materie prime di qualità: molte verdure e spezie sono coltivate nell’azienda agricola biologica, cosi come i salumi, prodotti dal norcino della Fattoria. Accanto a Mirko, la moglie Francesca Di Coste, in veste di Sommelier e responsabile della sala. Carta dei vini con in primis quelli dell’azienda o altri toscani

INTERVISTA CHEF

Si chiama Mirko Margheri e subito ha capito che il suo destino sarebbe stato questo. Ha iniziato con la scuola alberghiera e poi in grandi alberghi di Firenze come il Savoy, fino a sbarcare in oltralpe al Reminet di Parigi e successivamente Londra. È tornato a Firenze come chef al celebre Oliviero, e con esperienze accanto a chef come Marco Stabile e Gaetano Trovato. Al ristorante Mulino a Vento ha potuto mettere a frutto il suo background e trasmettere l’emozione di cucinare ai clienti. Come cuoco e come uomo, fa prevalere il cuore, che lo lega al suo passato, alle sue origini ed è così che i suoi piatti assumono una forte valenza legata alla memoria. Qui più che altrove si concentra nell’aprire il “baule dei ricordi”, riportando alla luce le ricette che hanno fatto parte della sua infanzia con tocchi innovativi che le rendono particolari.

La cosa che hai fatto della quale sei più orgoglioso e quella che (eventualmente) non rifaresti.
Oltre i miei 2 figli, il progetto Ristorante Mulino a Vento, che è ogni giorno una meravigliosa e gratificante sfida. E non è un caso che il destino mi abbia riportato nel mio luogo di origine. Non c’è niente che non rifarei: gli errori servono a raddrizzare il tiro!

Ingredienti e ricetta per un locale di successo.
Visione, tenacia, capacità e un pizzico di follia.

La Vostra cucina spiegata con parole semplici a chi non vi conosce…
Posso rispondere con le parole di un cliente? Emozionante, ancestrale, elegante. Io sarei stato più noioso! Avrei detto: attenzione alla materia prima, innovativa e narrativa. Perché dietro ad ogni mio piatto c’è una storia.

Il vostro “piatto forte”, la vostra “specialità”…
È una domanda che nessun chef ama. Rispondo con una parola: l’emozione. Sulla porta di cucina ho fatto scrivere: “se cucinando vi emozionate lo sentiranno anche loro”. Ci tengo che i miei collaboratori abbiano ben impresso questo concetto.

La pietanza che preferisci lavorare.
L’uovo, il piccione, la faraona. Pietanze che mi ricordano l’infanzia.

Il vostro piatto più difficile da realizzare, ma di maggior soddisfazione.
Il coniglio in declinazione. La prima volta che lo stavamo preparando ho avuto perplessità, ma poi abbiamo trovato la strada giusta. E ogni volta che esce è sempre uno spettacolo.

Un ingrediente o un piatto sopravvalutato?
Mi avvalgo della facoltà di non rispondere.

Un ingrediente o un piatto sottovalutato?
Lampredotto, faraona, sgombro, seppie.

A cena con un buon vino…
Rosso preferisco Fontegalli o Pian delle Vigne della nostra Fattoria di Lavacchio. Bianco: etichetta bianca Tenuta Buonamico.

In breve, facci venire l’acquolina in bocca, raccontandoci i piatti salienti del menù di stagione…
Il piccione Petto laccato, cacciatora, cosciotto mandorle salsa verde. Lo gnudo ricotta pecorino schiuma di baccelli purea di pera. Coniglio: lombo, carre, cosciotto, caprino, pomodori secchi, carciofi, mele alla cannella, rucola.

A cena a Firenze in un altro ristorante… Chi?
Filippo Saporito de La leggenda dei Frati e Gabriele Andreoni di Gurdulù.

A cena in Toscana in un altro ristorante… Chi?
Il mio mentore Gaetano Trovato, Arnolfo a Colle Val d’elsa.

Firenze a tavola? Un parere sulla ristorazione nella nostra città….
Una fucina di buoni ristoranti e bravi chef. Difficile a volte riconoscere un diamante tra milioni di pietre.

Hai la bacchetta magica. Tre cose che faresti per Firenze.
Mi limito ad una: una volta all’anno chiuderei il Piazzale Michelangelo e il suo viale per una sorta di festival dedicato allo street food, una sorta di via del gusto fiorentino con protagonisti anche i suoi vini.

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Fattoria Lavacchio - Pontassieve - Via di Montefiesole, 48 - 055 8317472 - aperto tutti i giorni escluso mercoledì ore 19.30-22.45, Week end anche a pranzo

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