Ruggero: un cantante al tempo del #coronavirus

Interviste lampo a 1 mt di distanza: come vivono questi giorni alcuni artisti della nostra città.

Ruggero, pseudonimo di Filippo Lazzari, nasce a Cremona il 3 gennaio 1993. A 19 anni si trasferisce a Firenze dove diventa allievo del maestro Walter Savelli. Comincia a farsi notare esibendosi allo storico "Paszkowsky". Nel 2015 è la voce delle tappe toscane del tour del batterista internazionale Will Hunt. Nel 2016 è ideatore e promotore dello spettacolo di beneficenza presso il teatro-cinema Sala Esse di Firenze dal titolo "L 'isola che c'è", che ha totalizzato il tutto esaurito. Contestualmente scrive e pubblica "Sassi turchini", canzone che tratta il tema della disabilità. L'11 Gennaio 2019 esce "La Gente Mi Chiama Ruggero", il suo primo album di inediti. Dal 3 gennaio 2020 è partito su Youtube il progetto "Atineres", una serie di videoclip che raccontano di un viaggio alla ricerca della serenità. 

La tua "nuova" giornata ora che sei a casa...
Chi fa il musicista ha la fortuna di poter continuare a lavorare anche da casa. Sto provando a considerare questo momento storico come un'occasione per comporre materiale nuovo e farlo nel miglior modo possibile, visto che il tempo c'è. Di sicuro mi mancano moltissimo i live e l'aver dovuto sospendere la lavorazione di Atineres, la mia serie musicale che da gennaio esce a episodi sul mio canale YouTube. Ad ora ne sono usciti 2, il terzo era previsto per il prossimo mese ma allo stato attuale delle cose non si possono effettuare le riprese. Peccato, la canzone è pronta e il video è scritto. Anche stavolta cerco di vedere il bicchiere mezzo pieno e ne approfitto per pensare dei possibili miglioramenti.

ECCO DOVE VEDERE I VIDEOCLIP

La cosa che ti colpisce di più di questa tua inedita situazione?
Ad essere sincero io ancora non ho metabolizzato in toto questa situazione che ci è piombata addosso quasi dall'oggi al domani. Vedo tuttavia che l'isolamento ci sta portando a dare il giusto valore alla distanza, agli affetti e alla solidarietà. E, da musicista, noto che i cosiddetti evergreen musicali sono sempre un rifugio nei momenti di difficoltà.

La cosa che ti preoccupa di più di questa tua inedita situazione?
Le mie preoccupazioni penso siano quelle di molti. In primis sono rivolte alla mia famiglia ed ai miei cari che sono lontani. Sono preoccupato per il lavoro, per l'economia in generale. Vivere nell'incertezza è la più grande preoccupazione.

Come la vedi la prospettiva, secondo te quando ne usciremo?
Io spero che si possa tornare alla normalità il prima possibile, ma temo che la quarantena durerà ancora a lungo. Ed anche quando finirà non sarà facile riprendere le nostre attività in maniera agile. Ho la sensazione che il mondo sia arrivato ad un punto di svolta, una sorta di reset totale: chissà se al riavvio ci sarà un mondo diverso... Ad ogni modo siamo tutti sulla stessa barca e dobbiamo remare tutti insieme nella stessa direzione. Ce la faremo.

Un consiglio ai nostri lettori per passare il tempo a casa... 
Lo so, sono di parte, ma la musica e l'arte in generale sono sempre il mezzo più utile per svagarsi, riflettere, evadere...Se avete uno strumento a casa provate a capire come funziona. Anche fare attività casalinghe, soprattutto se siete in compagnia, aiuta a viversi sotto altri aspetti e ad imparare. Io sono molto contento perchè non facevo assolutamente nulla in casa ed ora cucino qualche piatto nuovo e sto imparando a stirare. Detto ciò, quando ci rivedremo si va comunque al ristorante, è meglio.


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