I calci di rigore più famosi della storia della Fiorentina

“Ma Nino non aver paura. Di sbagliare un calcio di rigore. Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore”.

Cantava così Francesco De Gregori nella celebre “La leva calcistica della classe ‘68”, uno dei pezzi più amati e conosciuti del cantautore romano. Probabilmente è una lezione valida per la vita e ci insegna che non dobbiamo aver paura di sbagliare. Ma in alcuni casi un calcio di rigore segnato o sbagliato può rappresentare un crocevia per la stagione di una squadra o addirittura per la sua intera storia. Ne sanno qualcosa i tifosi della Fiorentina che nel corso degli anni si sono trovati moltissime volte a gioire o a piangere per un penalty.

Il dibattito sui calci di rigore probabilmente accompagnerà per sempre le analisi calcistiche. C’è chi dice che si tratti solo di fortuna, chi parla di abilità e strategia e chi invece sostiene che un calcio di rigore sbagliato è semplicemente l’errore di un attaccante. C’è anche chi, infine, ha scritto una pagina indelebile di calcio rifiutandosi di andare sul dischetto.

Il 6 aprile 1991 si gioca al Franchi Fiorentina – Juventus, una delle partite più sentite sulle sponde dell’Arno, a maggior ragione dopo la cessione di 3 anni prima dell’idolo Viola Roberto Baggio ai tanto odiati rivali bianconeri. Al quinto minuto del secondo tempo l’arbitro fischia un rigore a favore della Vecchia Signora. Il rigorista designato è proprio Baggio. Il Divin Codino, però, a calciare quel rigore non andrà mai, rifiutandosi di “colpire” il club che lo aveva trasformato in una stella del calcio: un episodio conosciuto ancora oggi come “il gran rifiuto”.


Molti anni prima la Fiorentina fu ancora protagonista della lotteria dei rigori, ma questa volta dal lato sbagliato della storia. Spostiamo indietro la lancetta dei ricordi al 10 giugno 1964, giorno in cui si disputò la semifinale di Coppa Italia in gara unica tra la Viola e la Roma. La partita è combattuta e si arriva al termine dei supplementari sull’1 a 1. A quei tempi l’allenatore poteva scegliere di far calciare tutti i rigori finali a un solo giocatore. Fu così che il mister giallorosso Krieziu decise di affidarsi a Pedro Waldemar Manfredini. Il risultato? 5 rigori su 5 realizzati. Un numero che ancora oggi rappresenta un record assoluto.

Nella lunga storia del club toscano ci sono stati anche rigori parati, con conseguenze devastanti per le squadre avversarie. Nella stagione 2013/2014 il calendario di Serie A mette di fronte la Fiorentina e il Torino. I Viola non hanno più niente da chiedere al campionato mentre i granata in caso di vittoria otterrebbero una storica qualificazione all’Europa League. Il match scorre sul filo dell’equilibrio e all’inizio del recupero le squadre sono sul 2 a 2. Al terzo minuto di extra-time l’arbitro assegna un rigore ai piemontesi: sul dischetto va Cerci ma Rosati si distende e para. Per il Toro è un dramma sportivo e per Cerci l’errore che segna l’inizio della parabola discendente della sua carriera.

Si parla ancora di rigori sbagliati, questa volta dalla Fiorentina, nella stagione 2015/2016. In quell’anno sono il Napoli e gli acerrimi rivali della Juventus a giocarsi lo Scudetto e alla 35esima la Vecchia Signora arriva all’Artemio Franchi. I Viola sono decisi a mettere i bastoni tra le ruote ai bianconeri e hanno l’occasione d’oro al 90esimo quando sul 2 a 1 Juve l’arbitro assegna il penalty ai toscani. Sul dischetto va Kalinic ma Buffon intuisce e para; la palla arriva sui piedi di Bernardeschi che tira a colpo sicuro trovando il secondo miracolo consecutivo del portiere juventino. A fine Serie A il titolo andrà a Torino.

Nella storia del club oggi guidato da Rocco Commisso c’è stato anche un calciatore che potremmo definire un vero innovatore nel campo dei calci di rigore: stiamo parlando di Gianfranco Casarsa, bomber viola dal 1974 al 1978. I tifosi storici lo ricorderanno come un centravanti moderno e pronto a svariare su tutto il fronte offensivo, ma non solo. Casarsa fu uno dei primi in assoluto a battere i tiri dal dischetto completamente da fermo.

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