Feste con Irene

Gli appuntamenti del mese all'Hotel Savoy.

All’Hotel Savoy si moltiplicano le occasioni per festeggiare al meglio Natale e Capodanno. Continuano le serate a lume di candela per una cena romantica: ogni lunedì fino al 5 febbraio le luci si spengono e lasciano spazio alle sole candele. Non manca l’ornamento simbolo: l’albero, con l’artista e graphic designer Gianpiero D’Alessandro che ha disegnato orsacchiotti e illustrazioni per “vestirlo”, e per ogni orsacchiotto acquistato il 100% del ricavato va alla fondazione “Istituto degli Innocenti”. 

Si arriva così al culmine della Festa con la Cena della Vigilia ispirata da Fulvio Pierangelini: tra le 6 portate Tortelli di broccoletti, burrata e tartufo bianco e Zuppetta di baccalà, amaranto, noci di mare e cavolo nero. Il Pranzo di Natale vede protagonisti, oltre a Tortellini in brodo di cappone, Ombrina o Petto d’Anatra o Roast beef di Tonno in alternativa alla frittura mista. 

Cenone di Capodanno: menù di 8 portate con Champagne di benvenuto e ostriche, capesante e astice.
Si saluta l’anno nuovo con il Brunch: da verdure a pesce, passando per pasta e risotto e ricette di terra. Il tutto con musica dal vivo e area giochi per bambini con la supervisione di babysitter. 

Per Art In Mixology ogni giovedì l’head barman crea signature cocktails ispirati dagli artisti contemporanei protagonisti di recente a Firenze. 

Cena Vigilia 95 euro cad; Pranzo di Natale 150 euro;
Cenone di Capodanno 385 euro.
Brunch 1 gennaio 125 euro. Prezzi b.e.

Hotel Savoy - Piazza Repubblica 7 - 055 2735891 - concierge.savoy@roccofortehotels.com


INTERVISTA CHEF: Giovanni Cosmai, Irene Bistro, Hotel Savoy

In Cucina ho scoperto la Magia

Nato a Bisceglie, terra di agricoltori e pescatori, cresce in una famiglia che ama il cibo. La mamma è la creatrice di tutte le bontà con cui cresce. Il suo lavoro nasce seguendo le orme del padre, Chef di un noto ristorante locale. La voglia e la curiosità crescono sempre di più e decide così di intraprendere un cammino fuori dal territorio italiano, trasferendosi in Inghilterra. Un’esperienza formativa, acquisisce tante conoscenze, sviluppa e affina le sue potenzialità culinarie. Il primo Ristorante è Teca Restaurant, con Chef della scuola di Gualtiero Marchesi. Impara a bilanciare sapori nostrani con saori orientali. In seguito a Nobu, celebre ristorante giapponese. I metodi di lavorazione e conservazione del pesce, le tecniche di taglio, l’utilizzo di salse fermentate, la tradizione dei coltelli. Poi al fusion Spoon Restaurant e al Ritz. Dopo sette anni rientra in Italia, a San Cassiano, poi Roma, Hotel De Russie, da dove, grazie allo Chef Fulvio Pierangelini, icona della cucina italiana, si rimette in gioco all’Hotel Savoy di Firenze.

Per cominciare, ci incuriosisce molto la tua collaborazione con Fulvio Pierangelini. Come funziona esattamente, raccontaci esordi e qualche aneddoto…
La prima volta che ho visto Pierangelini è stato nel 2007, all’Hotel de Russie di Roma. Stavo lavorando nella mia partita, e vedo dietro di me un omone con i capelli lunghi che mi osservava con aria curiosa, non avevo capito chi fosse. Da quel momento un percorso di sorprese, scoperte e avventure. Un viaggio culinario che pochi hanno avuto la fortuna di intraprendere. Siamo stati nei mercati, alzandoci all’alba; abbiamo visitato macellerie antiche, scoprendo tradizioni e innovazioni. In Sicilia in un forno dove l’odore del pane si sentiva dalla strada, fatto con grani antichi tipo la tumminia. Da un allevatore di pecore, per la ricotta fresca consegnata ancora calda, dai pastori che la producono. Da un agricoltore che coltiva caffe, banane, papaie e avocadi, prodotti quasi ‘’fantastici’’. Tutto si trasforma poi sui fornelli, è qui che comincia la vera magia, dove le caratteristiche di ciascun prodotto vengono esaltate. La magia è come si puliscono gli alimenti, si cucinano, si abbinano fra loro per renderli perfetti. La cosa più bella che mi ha insegnato Fulvio, è trasmettere emozioni attraverso il cibo, cucinare con accuratezza, rispettare le materie prime.

Il vostro “piatto forte”...
La minestra di fagioli, ravioli di salvia e sedano caramellato. Un piatto vegetariano della tradizione toscana, chiamato ‘Fagioli all’uccelletto’, che deriva dagli ingredienti usati nell’antichità per cucinare gli uccelletti. Un piatto semplice, ma di grande complessità: gli elementi si mescolano e ad ogni boccone si distinguono.

Il piatto più difficile da realizzare, ma di maggior soddisfazione.
Il risotto, decisivo ed identificativo per uno chef. Noi non lo sfumiamo con il vino, ne lo bagnamo con brodo, ma acqua. Vogliamo sapori decisi e puri.

La pietanza che preferisci lavorare.
La pasta fresca, creando sfoglie sottili, alle quali aggiungere ripieni gustosi ed accattivanti. Da Irene i ravioli di pappa al pomodoro.

Un ingrediente o un piatto sopravvalutato?
Il tartufo. Ha un prezzo puramente commerciale e da solo non lo puoi assaggiare.

Un ingrediente o un piatto sottovalutato?
Pesci sconosciuti, anche chiamati, “poveri”. Sono tanti quelli che non trovano posto nei menu. Più di una volta ho provato a “sfidare” i miei ospiti inserendoli in carta, ma il cliente quasi sempre preferisce spigola e orata!

A cena con un buon vino. Le tue preferenze…
Conte della Vipera e Pinot Nero.

In breve, facci venire l’acquolina in bocca, raccontandoci i piatti salienti del menù di dicembre…
Crudo di ricciola, pesto di un giardino pantesco e sorbetto al limone; Battuto di bovino adulto, maionese alla senape, tartufo nero e misticanza; Risotto, radicchio tardivo, aglio nero, parmigiano stravecchio e melograno; Fusilloni, crema di cavolo nero, limone, scampi e pomodoro candito; Maialino imbottito alla toscana, crema di patate all’olio evo, funghi di bosco e salsa al timo; Sampietro, finocchi brasati agli agrumi e bietolina; Raviolo croccante di ricotta, capperi, arancia e salsa al cioccolato; Crepes all’arancia e sorbetto ai frutti rossi.

A cena a Firenze o in Toscana da un altro Chef... Chi?
Matteo Gambi, Cantinetta Antinori.

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