TEATRO: I PRONOSTICI dei CRITICI
Abbiamo chiesto ad alcuni critici teatrali e giornalisti fiorentini previsioni e dritte sulla nuova stagione di prosa.

TITTI FOTI (La Nazione)
Non perdete l'occasione di andare alla Pergola a vedere Le Memorie di Adriano con Pino Micol dal 5 novembre. Questo spettacolo ha una storia pazzesca dove c'entra pure il caso. Tutti hanno presente il grande successo dell'edizione con Albertazzi e la regia di Scaparro, dove Albertazzi era diventato lui stesso Adriano. Ebbene,questo testo torna per riflettere sul nostro momento storico attraverso l'interpretazione di Pino Micol. Ed è proprio a Micol che all'inizio si rivolse Scaparro per farne il protagonista che lui in quel momento rifiutò per diventare il ruolo per antonomasia di Albertazzi. Dunque vederlo per pensare anche a questa cosa. Sempre alla Pergola segnalo Le Signorine con la strana coppia Isa Danieli e Giuliana De Sio, una commedia di Gianni Clementi diretta da Pierpaolo Sepe che mette a nudo il tragico quotidiano filtrato da litigi e diatribe di due sorelle napoletane. E ancora, alla Pergola il ritorno di Anna Maria Guarnieri assieme alla grande Giulia Lazzerini, amatissime attrici con un testo classico e insieme diabolico, Arsenico e vecchi merletti, la regia di Geppy Gleijeses liberamente ispirata a quella di Monicelli.
Chi ama il musical si potrà sbizzarrire al Teatro Verdi dove il programma è molto ricco e generoso: mi attrae rivedere dopo secoli e in teatro un testo cult come The Full Monty con il sempre più convincente Paolo Conticini, ma anche Balliamo sul Mondo con la direzione creativa di Ligabue. Ma soprattutto la sorpresa sarà - io l'ho visto in anteprima lo scorso anno - il bellissimo Musicanti dedicato a Pino Daniele non solo con le sue musiche, ma pieno della sua storia, le sue interpretazioni anche filosofiche di grande artista universale quale era. In scena un cast eccezionale con Maria Letizia Gorga immensa: credo che sarà la vera rivelazione degli spettacoli di questa stagione!
TOMMASO CHIMENTI
Che data il 2020, bella, piena, quasi palindroma. Che stagione sarà, ci si chiede sempre all'inizio, poi alla fine passerà, ci scorrerà sulla pelle, sperando che ci lasci qualcosa dentro e non strascichi, bellezza e non noia. Nel mio personale percorso mi sono segnato vari titoli dislocati tra Pergola, Puccini e Rifredi. Per soddisfare un'anima cinematografica alla Pergola “I soliti ignoti” seguiti da “Fronte del Porto”, Alessandro Gassmann è sempre una buona mossa, ed infine “Mine vaganti” di Ozpetek. Ma ad aprire le danze sarà lei, Isabelle Huppert, in un evento targato Bob Wilson con al centro Maria Stuarda: imperdibile.
Al Puccini da sempre in equilibrio buon intrattenimento alto e ottimi compromessi culturali. Nella mia lista “Furore” con Popolizio, passando per il caso dello scorso anno, “Supermarket”, colorato cult milanese, fino alle “Barzellette” di Ascanio Celestini e al “Coast to coast” di Rocco Papaleo: testa e di pancia.
Rifredi è un quartiere rinato con quel che di underground tra Berlino e Parigi. Al Teatro di Mordini e Savelli non perderò “Ballantini e Petrolini” con il trasformista livornese che diventava, sempre credibilissimo, Vespa o la Camusso, Valentino Rossi, Vasco o Morandi, stavolta alle prese con il genio dell'avanspettacolo d'inizio Novecento. Poi il ritorno degli Yllana, spagnoli sempre presenti nel teatro fiorentino, che si cimentano con il mondo dei cavernicoli con “Primitals”: per ricordarci da dove veniamo.
ROBERTO INCERTI
Qualità, quantità, varietà di generi. È ciò che riescono ad esprimere i cartelloni teatrali di Firenze e dintorni.
Fra gli spettacoli imperdibili c'è "Mary said what she said", con la carismatica attrice parigina Isabelle Huppert, per la regia di Bob Wilson (Pergola). Altra presenza internazionale di rilievo è il controverso artista belga Jan Fabre con "Il giornale notturno" (Teatro Era di Pontedera). Con "Alice" dei Momix siamo fra tecnologia, fiaba, danza virtuosistica (Verdi). Il regista Angelo Savelli con "Tebas land" (in scena Ciro Masella e Samuele Picchinci) ci fa conoscere Sergio Blanco, autore franco-uruguaiano (Rifredi). Incuriosiscono Roberto Latini con la versione teatrale de "L'armata Brancaleone" e il regista Ferzan Ozpetek che porta a teatro il suo "Mine vaganti" (Pergola). Si respirerà profumo di cinema anche in "Christian racconta Christian De Sica" (Verdi). Da non perdere neppure l'asciutto, ammaliante "Faust" di Federico Tiezzi con una prova d'attore monstre di Sandro Lombardi (Manzoni di Pistoia). Siamo di fronte ad un Brecht nostro contemporaneo con "Madre Coraggio e i suoi figli" (Metastasio di Prato). "I giganti della montagna” targato Lavia rappresenta il trionfo del classico (Pergola), mentre Massimiliano Civica punta su una messinscena contemporanea per "Antigone" (Fabbricone di Prato).
Una chicca di humour noir è "La gioventù è sopravvalutata" con un Hendel in grande forma (Puccini). Ne "Il tempo degli dei" vedremo Marco Paolini ben oltre al teatro di narrazione (Puccini). Impegno all'Antella con “Istruzioni per razzisti, fiaba nera” di Riccardo Massai. Infine una piacevole sorpresa il Petrolini di Dario Ballantini (Puccini).
SILVIA POLETTI (Firenze Spettacolo – delteatro.it)
Prigionieri degli algoritmi che obbligano a un rilevante numero di recite e di spettatori per ottenere i finanziamenti, i teatri che godono delle sovvenzioni del MIBAC hanno iniziato a 'stendere' stagioni puntando chiaramente alla quantità di spettacoli, piuttosto che alla capacità di ricezione dell'area in cui si trovano. Inevitabili, così, le sovrapposizioni, e repliche del medesimo lavoro in un breve raggio geografico, mentre le teniture spesso si contraggono. Cui prodest tutto ciò? In più la logica degli scambi tra i vari centri di produzione oggi è più che mai dominante/obbligante e giocoforza appiattisce la proposta generale. Zone franche sono quelle che proteggono il contemporaneo, ma anche in quel caso per non contravvenire alla propria identità si rischia di diventare accademia dei sedicenti innovatori, spacciando per geniali novità cose sedimentate e digerite già quarant'anni fa.
In tutto questo richiama Isabelle Huppert nella piéce di Bob Wilson (riuscirà la magnifica interprete a sopravanzare l'ormai ben noto meccanismo scenico del regista americano?) e incuriosisce il revival brechtiano di Maria Paiato. Ma soprattutto da segnalare la tendenza ad attingere a sceneggiature di grandi commedie del nostro cinema per tramutarle in teatro. In letteatura da tempo si pratica il 'romanzato', libri tratti da film e serie tv. Anche in teatro prenderà piede? E se sì quali le vere ragioni di questa tendenza?
GABRIELE RIZZA (Il Manifesto)
Non ce ne vorranno gli esclusi. È solo pigrizia. Questione di tempo. Di corsa, ormai in zona cesarini (anzi fuori), ci siamo ritrovati fra le mani solo i depliant di Pergola Firenze e Metastasio Prato. Spulciare www degli altri è lodevole esercizio che lasciamo alla curiosità del lettore. I due intercettati sulla carta zampillano comunque di interesse.
Partendo dal capoluogo impossibile tralasciare Isabelle Huppert diretta da Bob Wilson, così come, restando in quota rosa, non menzionare le coppie Isa Danieli / Giuliana De Sio e Anna Maria Guarnieri / Giulia Lazzarini. Il duo Mauri/Sturno licenzia Lear, Pino Micol è Adriano della Yourcenar, Giuseppe Battiston veste i panni di Wiston Churchill, Renato Carpentieri smuove la classica Tempesta scespiriana e Silvio Orlando una novità di Lucia Calamaro. Infine Gabriele Lavia ritrova i Giganti pirandelliani. A Prato, che incornicia col Metastasio, Fabbricone, Fabbrichino e Magnolfi, spiccano Maria Paiato (brechtiana Madre Coraggio), Antonio Latella (La valle dell'Eden di Steinbeck), Luca De Fusco (ancora La Tempesta), Roberto Latini (L'armata Brancaleone), Antonio Rezza, Claudio Morganti. Infine prestare attenzione alle “retrospettive” Michele Sinisi, Babilonia Teatri, Le Ariette.
GHERARDO VITALI ROSATI (TG3 – Corriere Fiorentino)
È rara, a Firenze, la presenza di due star internazionali come Bob Wilson e Isabelle Huppert, che inaugurano, a ottobre la stagione della Pergola. Maestro dei giochi di luce, lui usa da sempre gli attori come se fossero anch’essi pezzi di scenografia, costringendoli a rigidi movimenti geometrici. Perfezione estetica assicurata ma il rischio è morire di noia.
Al Metastasio in cartellone due spettacoli della compagnia Rezza/Mastrella, sempre capace di conquistare con un’ironia graffiante e con acute provocazioni. Si ride (ma non solo) anche con Ascanio Celestini, che quest’anno porta al Puccini il suo Barzellette (Einaudi): una scrittura brillante e incisiva che sul palco trova (in genere) un ritmo intenso e travolgente. Nel ricco programma del Verdi ci si può godere lo show di Virginia Raffaelle o la perfezione estetica della danza dei Momix. Per chi vuol farsi una gita fuori porta, a Pontedera c’è Michele Santeramo, ottimo drammaturgo e fine interprete, con un nuovo lavoro su Leopardi: Di qua dall’Infinito. Nello stesso teatro, anche Pippo Delbono, sempre in bilico fra genialità e autocompiacimento, con La Gioia, in cui torna a riflettere sul tema della morte, con passaggi autobiografici su sua madre e su Bobò (scomparso dopo il debutto dello spettacolo).