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Risultati per: consorzio chianti


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Governo sveglia! Così moriamo tutti.

E' abissale la distanza che separa gli innumerevoli annunci fatti dal Governo attraverso conferenze stampa quasi quotidiane e la realtà con cui puntualmente le nostre aziende fanno i conti il giorno dopo, quando le banche sbattono loro la porta in faccia negando ogni forma di aiuto
E' dura la contestazione del presidente del Consorzio Vino Chianti Giovanni Busi che si fa portavoce di una situazione ormai non più sostenibile della filiera del vino toscano e nazionale a causa delle conseguenze sull'economia dovute all'emergenza Covid.


“Le nostre aziende ormai non sanno più cosa fare. Per ovvi motivi siamo costretti a continuare l'attività perché l’agricoltura non può fermarsi e uno stop significherebbe per noi abbandonare i nostri vigneti con il rischio concreto di non avere poi la forza di ripartire.” 

“Come Consorzio – spiega Busi – abbiamo preso decisioni drastiche come la riduzione della produzione del 20% con gravi danni economici per le aziende. Una scelta indispensabile per mantenere in equilibrio la produzione con il mercato. Dall'altra parte non possiamo che notare con sgomento e profonda preoccupazione che il Governo, aldilà degli annunci televisivi e dirette facebook, non ha ancora previsto alcun sostegno concreto per permetterci di sopravvivere.”


“Noi siamo anche disposti ad indebitarci nell'interesse del Paese per salvaguardare la nostra attività, ma per poterlo fare non possiamo prescindere dalla garanzia che lo Stato deve darci, prevedendo, fra le altre misure, l'annullamento momentaneo degli accordi di Basilea. Perché, e qui ci rivolgiamo al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, è inutile illuderci tenendoci incollati davanti al televisore aspettandoci un aiuto che puntualmente si infrange contro le porte scorrevoli delle banche, dove, in alcuni casi addirittura ci vengono ridotti gli affidamenti”. 


“L'agricoltura e gli agricoltori sono al collasso. Continuiamo a pagare i nostri dipendenti che lavorano regolarmente e i nostri fornitori per mandare avanti l'attività nei campi. Dall’altra parte invece non si incassa il vino che abbiamo già venduto prima dell'emergenza in attesa di capire quando e se riaprirà chi deve pagarci. Le aziende che oggi continuano a vendere lo fanno nella grande distribuzione ma sono un numero assai ridotto rispetto alla mole di piccole e medie imprese della filiera vitivinicola che sono alla disperazione. Il Governo agisca rapidamente con interventi seri e concreti e una volta approvati, allora sì che potrà annunciarli.”


Consorzio Vino Chianti  - Tel+39 055 -333600



Chianti Colli Fiorentini... il Vino di Firenze

Il vino prodotto nelle colline a sud Firenze viene presentato dal giornalista Leonardo Romanelli e dai produttori del Consorzio nel Parco delle Cascine. Dalle 18 Degustazione guidata da Romanelli (20 euro), alle 19.30 Assaggi in libertà dei vini, sia Chianti Colli F.ni che Bianchi, Rosati e Bollicine, proposti dai produttori del Consorzio con prelibatezze gastronomiche (15 euro) - degustazione + assaggi in libertà: 30 euro. Nel rispetto delle normative anti Covid il servizio è al tavolo.

Info e prenot: info@chianti-collifiorentini.it


Dal fiasco alle U.G.A: la nuova frontiera del Chianti Classico

In principio era il fiasco: fiasco con il Gallo Nero stampigliato nell’etichetta. Dimenticare il fiasco e costruire un nuovo futuro per i vini del Chianti Classico è stata il lungo e meritorio percorso del Consorzio fondato nel 1924 che oggi rappresenta 480 produttori, di cui 342 sul mercato con la propria etichetta, il marchio inconfondibile del Gallo Nero, celebre denominazione toscana.

Lo ricordiamo in questi giorni che si inizia a parlare sempre più spesso delle nuove Unità Geografiche Addizionali (U.G.A.) ideate dal consorzio per esaltare, enfatizzare e promuovere con più efficacia e aderenza al territorio la vasta pluralità dei vini che vi appartengono. I nomi sono quelli celeberrimi di Greve, Panzano, Montefioralle, Castellina, Vagliagli, Radda, Lamole, Gaiole, San Casciano, San Donato in Poggio, ognuno con le sue sfumature di territorio, suolo, sottosuolo, clima, inclinazione geografica.
Dopo l’attenzione alle annate, dopo la Riserva, dopo la nascita del progetto Gran Selezione, le nuove U.G.A. sono la nuova frontiera che questo strepitoso territorio della nostra regione si appresta a valorizzare. Ci vorranno alcuni anni perché tutte le denominazioni indicate riescano a partorire identità vinose in linea con il progetto, ma certamente verrà presto un giorno che nelle carte dei vini dei ristoranti non ci si limiterà più a scegliere un Chianti Classico, magari una Riserva, magari una Gran Selezione, ma si andrà a cercare queste nuove identità specifiche con la curiosità e la passione che da sempre ci contraddistingue.


Un evento significativo in questa direzione è stato recentemente promosso dall’associazione dei Viticoltori di Greve in Chianti, con una masterclass guidata da Alessandro Masnaghetti - curatore del primo libro al mondo dedicato esclusivamente al territorio del Chianti Classico, ai suoi comuni, ai suoi vigneti e alle sue Unità Geografiche Aggiuntive (UGA) - che ha sviscerato con competenza e precisione le peculiarità del territorio di Greve attraverso una selezione di sette vini da sette zone differenti del Comune.
“Le UGA - ha spiegato - è qualcosa che si lega alla storia, alla geografia, alla tradizione, è oggi così e lo sarà tra 100 anni. Un passo importante per una denominazione che non ha tradizione di cru. A differenza del Barolo per esempio, nel Chianti Classico troviamo invece grandi proprietà. Le differenze numeriche tra Chianti e Barolo esistono per questo, nel Chianti Classico troviamo confini naturali chiarissimi.”

Greve è il territorio più esteso del Chianti Classico con circa 17.000 ettari: al suo interno le UGA Greve, Panzano, Lamole e Montefioralle.
“La UGA Greve possiamo considerarla una zona molto articolata, una valle rettilinea che comprende una serie di zone specifiche e particolari. Due sono i riferimenti importanti, la valle della Greve e quella dei monti del Chianti, sparti acque tra il Chianti Classico ed il Valdarno.” – racconta Masnaghetti – “La mappa geologica ci racconta che nella destra Greve troviamo suoli ricchi di macigno, di marne nella zona del Sugame, ma anche argilliti. Nel lato sinistra Greve, che comprende anche Montefioralle e Panzano, troviamo un panorama sicuramente più articolato.
La masterclass si è conclusa con una degustazione ed un focus di 7 etichette provenienti da sette zone idealmente identificate da Masnaghetti. Partendo da nord: Chianti Classico 2020 Ottomani (zona di Strada) e il Chianti Classico 2020 Nozzole (zona di Chiocchio); Chianti Classico 2019, Fattoria Santo Stefano nella zona di Greti; Chianti Classico 2019, Villa Calcinaia nella zona sinistra della Greve (Montefioralle) dove l’alberese marca molto il vino, per una vena acida più spinta, e un frutto più chiaro e brillante. Il Chianti Classico 2020, Chiandrè nella zona della Destragreve; Chianti Classico 2020, Castello di Querceto nella zona di Dudda e Lucolena, tradizionalmente più fresca, nel vino torna l’acidità in evidenza con uno stile vivace e una struttura di tannini più marcata. Il Chianti Classico 2018, Ca’ di Pesa nella zona di Panzano versante ovest.
Piazza Matteotti, allestita in modo impeccabile, ha accolto a cena i produttori, i giornalisti e comunicatori e tanti ospiti.
“Questa associazione è composta da colleghi che hanno le stesse esperienze professionali” – ha commentato Victoria Olivia Matta, presidente dell’Associazione Viticoltori di Greve in Chianti – “ci permette di essere uniti, scambiarsi idee, opinioni e consigli oltre ad essere da ottimo collante nel rapporto di vicinato. Sono veramente contenta per quello che stiamo facendo, questa esperienza servirà a tutti per crescere professionalmente ed umanamente.”

Info: www.viticoltorigreveinchianti.com/ - info@viticoltorigreveinchianti.com



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