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Dolcezza a Firenze

In pieno centro storico l'elegante concept di pasticceria e gelateria di Tanja Li Pira. Dagli anni 90’ impegnata nei settori alberghiero e della ristorazione, ha voluto regalare alla città quello che mancava: un locale dove trovare la sua personale selezione di eccellenze della pasticceria, della cioccolateria e della gelateria. Qui la forma del cuore, che rappresenta anche il suo logo stilizzato color fucsia, è presente tutto l’anno nelle forme di delicati biscotti di frolla, allegre gelatine di fragola, attraenti monoporzioni e ben sette versioni di cioccolatini.

La mattina ci s’inebria con croissant francesi appena sfornati, danesi con crema cotta e mele e così via. Il resto della giornata fanno compagnia tanti sfizi della pasticceria di tradizione; i divertenti macaron; le scorze candite di arancia, zenzero e limone ricoperte di cioccolato fondente.

Amante del cioccolato, Tanja ha scelto con cura le praline - realizzate con i più pregiati cioccolati di Valrhona - come ad esempio: copertura di cioccolato fondente al 70%, con ganache al ribes nero di Borgogna; con ganache di polpa di limone verde del Messico, oppure con infuso ai chicchi di caffè Etiope.
Il gelato è quello di Vivoli
per dodici mesi l’anno, senza interruzione, e segue la stagionalità degli ingredienti.

Interessante inoltre la scelta delle torte del Maestro Denis Dianin che realizza con grande creatività e innovazione. Torta Surprise: base di sablés al limone, cuore di cremoso al lime con fragole spadellate al miele, al profumo di aceto balsamico, pan di spagna alla mandorla. Tutto racchiuso in una mousse leggera di mascarpone; Torta Delicata: fondo di morbido biscotto al cocco, cuore di cremoso al cocco con intervalli di biscotto al profumo di menta e basilico. Avvolto da una fresca mousse al mango e frutto della passione. Queste specialità, come il resto della linea di pasticceria, sono ugualmente in versione monoporzione e mignon.

Per le feste natalizie, sempre il Maestro Dianin prepara vari tipi di panettoni, tra cui l’ormai noto “Panettone, amarena pistacchio e limone”. Anche in versione da 250 gr. in pratico formato vaso cottura. L’offerta viene completata dal panettone “Giulebbe” - con fichi secchi e noci -  la punta di diamante del Maestro Paolo Sacchetti. Insomma, ci aspetta un locale che vuole restarvi davvero nel cuore!

DOLCEZZA FIRENZE - Via dei Banchi n 11 – 50123 Firenze – 335 6531732 - 055 281004 - aperto 7 giorni su 7 dalla colazione alle 20 circa.

Veronica Triolo

BISTROT 84: Prima la Materia

Siamo al Bistrot 84 Rosso in Borgo Ognissanti. Dove abbiamo scoperto una cucina avantgarde che ha un piede a Parigi, uno sguardo in oriente, ma fa la spesa a Firenze! Autore del progetto Nicola Langone, ristoratore lucano di lungo corso noto per l’apertura alcuni anni fa di Gunè in San Frediano, ristorante raccontato in più occasioni sulle nostre pagine e velocemente premiato anche dalla menzione sulla Guida Michelin. 

Il nuovo Bistrot è diverso, anche se, come l’affermato ascendente, scommette su una cucina molto innovativa. Il locale è piccolo, raccolto nella sala ingresso, atmosfera intima e contemporanea. La cucina è affidata a Matteo Longhi, la sala a Nenad Ametovic. Entrambi giovanissimi ma già ricchi di esperienze qualificate. Una boutique del buon gusto dove ci aspetta un menù originale in due versioni, “omnivore” e “veggie”. 

Abbiamo incontrato Matteo, classe 1995, i primi passi in cucina nel 2016 e da lì non si è più fermato, arrivando a lavorare in alcuni dei migliori ristoranti in Italia e all’estero.


Bistrot 84: la Vostra cucina spiegata con poche parole semplici a chi non vi conosce…
Le prime parole che mi vengono in mente: materia prima, gusto e creatività.

Il vostro “piatto forte”, la vostra “specialità”…
Di piatti forti ne abbiamo più di uno, ma tra chi li ha assaggiati, uno su tutti è il cavolfiore, piatto vegano dalle molteplici sfaccettature.

La pietanza che preferisci lavorare.
I vegetali.

Il vostro piatto più difficile da realizzare, ma di maggior soddisfazione.
Per complessità di sapori e preparazioni direi il nostro coniglio con pinoli, pompelmo nero e Nduja.

Un ingrediente o un piatto sopravvalutato? 
Penso alla combinazione burrata con pistacchio.

Un ingrediente o un piatto sottovalutato? 
Ce ne sono tanti, ma direi pesce d’acqua dolce.

A cena con un buon vino.
Un ottimo Sivi Pinot Grigio in abbinamento alla nostra sogliola, con Caviale Baerii e nocciola. Accoppiamento perfetto.

In breve, facci venire l’acquolina in bocca, raccontandoci i piatti salienti del menù di questa stagione.
Il nostro scampo con Koji e latte di mandorla, un’esplosione di umami: la delicatezza della sogliola unita alla sapidità del caviale, per non parlare della carota o dei passatelli. Insomma, se oltre la solita cena, volete un’esperienza passate a trovarci!

A cena a Firenze in un altro ristorante… Chi?
Chic Nonna di Vito Mollica senza ombra di dubbio: location, servizio, ospitalità totale.

A cena in Toscana in un altro ristorante… Chi?
Osteria Ancestrale a Bolgheri: natura, creatività, e menù vegetariani letteralmente Km0, quello vero.

BISTROT 84 ROSSO
Borgo Ognissanti 84r – 055 7964289 – aperto per cena (chiuso mar)


Un Bistrot AvantGarde - Novita’ in Borgo Ognissanti - RECENSIONE GENNAIO 2023

Non c’è il vecchio Woody (Allen) anche se la musica ricorda le sue preferite, al nuovissimo Bistrot 84 Rosso in Borgo Ognissanti. Dove si scopre una cucina avantgarde che ha un piede a Parigi, uno sguardo in oriente, ma fa la spesa a Firenze… Autore del progetto Nicola Langone, ristoratore lucano di lungo corso noto per l’apertura alcuni anni fa di Gunè in San Frediano, ristorante raccontato in più occasioni sulle nostre pagine e velocemente premiato anche dalla menzione sulla Guida Michelin.

Il nuovo Bistrot è diverso, anche se come l’affermato ascendente, scommette su una cucina molto innovativa. Il locale è piccolo, raccolto nella sala ingresso, atmosfera contemporanea, decisamente intima. La cucina è affidata a Matteo Longhi, la sala a Nenad Ametovic. Entrambi giovanissimi ma già ricchi di esperienze qualificate. Una boutique del buon gusto dove ci aspetta un menù originale in due versioni, “omnivore” e “veggie”.

I piatti – elegantissimi e delicati – si sviluppano ciascuno intorno ad un alimento: baccalà, scampo, cannolicchio, sogliola, coniglio, controfiletto… oppure melanzana, carote, verza, passatelli, porro, cavolfiore. In ogni portata ciascuno si fa - per così dire – in tre: ecco per esempio il cavolfiore arrostito, datteri e curry (una bontà!); la melanzana affumicata, mandorla, salsa duxelles; lo scampo (delicato e avvolgente) con pack choy (cavolo esotico)e koji (fungo orientale fermentante); la sogliola con caviale, burre blanc e nocciola; controfiletto al lardo con piedini di maiale e cavolo nero (se proprio non volete allontanarvi troppo dal gusto toscano…). Come dessert spicca il labneh (cioccolato bianco, olivello spinoso, lamponi), pronunciate labaneh, e sarete “dolcemente” immersi in un dessert tipico delle cucine del Medio Oriente.

Al Bistrot si può ovviamente mangiare alla carta, ma decisamente più interessante e alla fine anche conveniente optare per il menù degustazione (5 portate 90 euro, b.e. per entrambe le opzioni). Alla carta in ogni caso le porzioni sono più ampie. Vini molto interessanti, una bella scelta tra etichette italiane e francesi. Da provare!

La Primavera di Obicà

Le giornate si fanno sempre più lunghe, i cappotti sono archiviati, e la voglia di uscire e trascorrere momenti in compagnia è più vivace che mai. E così, la scalpitante voglia di novità e nuovi sapori è arrivata da OBICÀ, pronta a stupire con Summer Beauty, il Nuovo Menù che racconta l’eleganza della qualità attraverso inaspettate sfumature di colori e sapori. Tra ingredienti d’eccellenza, inediti accostamenti e grandi classici della nostra storia.

Ecco qualche anticipazione:

POLPO SMALL PLATE: il Polpo Grigliato abbraccia la Burratina e attende la pioggia di Crumble di Pane ai Capperi.

CAPRESE: qui non è certo un piatto noioso, la Treccina di Mozzarella di Bufala adagiata su un letto di gustosissimo Pomodoro di Stagione e baciata dalla Salsa al Basilico.

PIZZA CULATTA: La pregiatissima Culatta è l’ingrediente protagonista di una Pizza dal twist di sapori imperdibile: Mozzarella di Bufala, Soncino, Crescenza, Pomodorini Gialli a Pacchetelle e Mele Caramellate.

TONNARELLI: Tonnarelli con Cozze, Crema di Pomodorini Gialli a Pacchetelle e Crumble di Pane al Limone che fa subito sentire la sabbia sotto i piedi.

PANNA COTTA: come un sinuoso corpo nudo che attende lo stilista in grado di valorizzarlo con un abito straordinario: qui è fatto di Pesche Caramellate e Crumble alla Vaniglia.


Via de' Tornabuoni, 16 - 055 2773526 - tornabuoni@obica.com - www.obica.com


Nuovo premio per Chef Rocco De Santis

Nuovo successo per l’Executive Chef del RISTORANTE SANTA ELISABETTA, 2 stelle Michelin del BRUNELLESCHI HOTEL, premiato dall’Associazione Italiana Cuochi durante l’evento “5 Stelle d’Oro della Cucina” per il suo impegno e la dedizione costante e ottimista, che sono da sempre di casa al primo piano della TORRE BIZANTINA DELLA PAGLIAZZA e in tutto l’albergo.

De Santis crede nella sua visione e nel suo staff, e ha la capacità di trasmettere il suo entusiasmo e le sue idee ai collaboratori, alimentando un dialogo e un orgoglio di gruppo che ha dato nel tempo sempre grandi risultati. Si è tenuta lo scorso 18 ottobre, presso l’Auditorium di Santa Apollinare a Firenze, la cerimonia di premiazione di “5 Stelle d’Oro della Cucina” per conferire un riconoscimento a Junior Chef, Cuochi e Chef che grazie al loro impegno quotidiano sono riusciti a regalare momenti unici ed emozioni sulle tavole dei propri clienti.

Ciò che colpisce e conquista qui è in primis l’ambientazione d’eccezione, storica e di charme. Come il Menu, completato da una Carta dei Vini in continua ricerca. Molto apprezzato il servizio, discreto e accurato: la sala come estensione dello Chef nel completamento del piatto, con alcune proposte perfezionate al tavolo. Con De Santis applausi anche allo staff: Alessandro Fè Maitre, Lorenzo Paoli Sommelier, Francesco De Padova Pastry Chef e Fabio Silla Sous Chef.

RISTORANTE SANTA ELISABETTA - Piazza Santa Elisabetta 3 - 055 2737673 -  info@ristorantesantaelisabetta.it - www.ristorantesantaelisabetta.it

Brunelleschi Hotel: dopo la camera gratis, la Stella della Domenica a pranzo

“Aspettando l’Inverno e le festività... Prenota una Cena (oppure un Pranzo) al Ristorante Santa Elisabetta, Ti  regaliamo una notte al  Brunelleschi Hotel!” E fino al 24 di Novembre, aperti anche per il Pranzo Domenicale! 

In questo momento, per non rinunciare alla gioia di una Cena Stellata abbinata all’Esperienza di una romantica notte al Brunelleschi Hotel, si può prenotare un Pranzo oppure una la Cena al Ristorante Santa Elisabetta con la formula Ti regaliamo una notte al Brunelleschi Hotel

A partire da 149,00 euro per persona il conveniente prezzo complessivo per l’Esperienza di Una Cena con Menu Degustazione 5 Portate, ed il  pernottamento (sono escluse le bevande, la prima colazione e la tassa di soggiorno che,  per i residenti nel comune di Firenze,  non è dovuta). L’offerta, è valida per la Cena a partire dal mercoledì 28 ottobre, e soltanto per 7 esclusivi  tavoli ogni sera. 

Inoltre, per chi cerca una location d’eccezione per il  Pranzo Domenicale con la Famiglia, il Ristorante Santa Elisabetta è aperto anche alla Domenica, esclusivamente a Pranzo, con una proposta di Percorsi:  3 portate,  acqua, caffè ed il pernottamento (sono esclusi  i vini, la prima colazione e la tassa di soggiorno che, per i residenti nel comune di Firenze, non è dovuta) al prezzo speciale di 104 euro per persona. 

Nell’esclusiva location del Ristorante Stellato Santa Elisabetta, al primo piano della Torre Bizantina della Pagliazza  a due passi dal Duomo, lo Chef Rocco De Santis propone un menù autunnale che porta in città l’aria di mare, i raffinati cromatismi delle Sue esperienze in luoghi diversi ed evocativi, ed i sapori della Sua infanzia.  


Il Menu, le novità: ’’Il Calamaro, Lattuga & Lattuga’’,  ‘’Diversamente Braciola di Manzo’’, ‘’Risotto d’Mmare’’, ‘’Pescato all’Acqua Pazza 20/20’’ ed il parfait  ‘’Autunno’’  tra i dessert.

Il Menu, gli evergreen: ’’I Cappelletti ... ricordo della Domenica’’, “I Bottoni di pasta cotta in farcia di provola, bietola e guazzetto di “Inzimino”  “Triglia in crosta di pane 2015”


A fianco ai grandi piatti signature dello Chef De Santis , un’eccellente selezione di vini e champagne curata dal Maitre Sommelier Alessandro Fè che ha da poco rinnovato l’offerta enologica: ampio respiro nella Carta del Vino, con attenzione allo Champagne. Alle grandi Maison sono affiancate etichette di Vignerons indipendenti e piccole realtà, spesso biologiche e biodinamiche, che salvaguardano la storicità dei territori e dei metodi di vinificazione prediligendo i vitigni più vocati per ogni singola zona. 

La cucina dello Chef Rocco De Santis nella sua declinazione del Menu Degustazione 7 portate  "In - Contaminazioni", incontra le bollicine d'oltralpe in una fusione di sapori e sensazioni uniche. Il menu degustazione propone un intreccio bilanciato tra pesce e carne, e  traccia una linea netta tra gli ingredienti del cuore dello Chef campano e le tecniche di cottura apprese durante le esperienze in Francia e Svizzera, connubio che ben si fonde con tutte le espressioni migliori del territorio della Champagne; partendo dai più eleganti Blanc de Blancs della Cote de Blanc, passando per i più ampi Champagne della Vallée de la Marne per terminare nella Montagne de Reims dove la sua cucina ben si intreccia con le verticalità del Pinot Nero."  Le Aziende scelte dal Maitre Sommelier Alessandro Fè  per accompagnare i Sapori di ‘In-Contaminazioni’ sono :  Cazals - Côte des Blancs , Gaston Chiquet - Vallée de la Marne, Coulon- Reims, Goutorbe – Reims. 

L’atmosfera del Ristorante è elegante e raccolta. La sala è antica e romantica: il luogo ideale per una  cena a due, con gli amici, o per  incontri importanti ed  ufficiali.  Al Ristorante Santa Elisabetta, situato al primo piano della Torre bizantina della Pagliazza inglobata nella facciata del Brunelleschi Hotel, le pareti in pietra antica si integrano armoniosamente con la sapiente ristrutturazione ed il décor raffinato, l’ambiente ed il servizio sono esclusivi, con soli 7  tavoli ben distribuiti nella sala circolare.

L’ambiente raffinato e curato nei minimi particolari e la ristorazione stellata sono solo alcuni dei tratti distintivi di questo indirizzo storico e di charme, assolutamente unico nel suo genere, nel Cuore di Firenze. Non è un caso dunque se il Brunelleschi Hotel, che ingloba la bellissima costruzione bizantina della Torre della Pagliazza, abbia vinto innumerevoli premi e abbia avuto diversi riconoscimenti tra cui l’ultimo, lo scorso maggio, come “Top Luxury Boutique Hotel in Europe”, in aggiunta alla luminosa Stella MICHELIN raggiunta dal suo Ristorante Santa Elisabetta.   

BRUNELLESCHI HOTEL - Piazza Santa Elisabetta 3 - 39 055 27370 -info@hotelbrunelleschi.it  - www.hotelbrunelleschi.it 

RISTORANTE SANTA ELISABETTA - Piazza Santa Elisabetta 3 - 055 2737673 -  info@ristorantesantaelisabetta.it - www.ristorantesantaelisabetta.it

Il Maito’ al RoofTop

Gustare la tipica cucina versiliese sotto un cielo stellato volgendo lo sguardo a 360°, sfiorando con gli occhi la riviera da Viareggio al Forte e alle indomite Apuane. Sarà la prima cosa che farete salendo per una cena a bordo piscina al rooftop del Grand Hotel Principe di Piemonte dove quest’anno va in scena la novità dell’estate sulla costa, il Ristorante Maitò Viareggio che succede negli stessi ambienti all’altro prestigioso locale dell’hotel, il bi-stellato Il Piccolo Principe con lo Chef Giuseppe Mancino, per il quale la nuova proprietà dell’hotel ha ideato una diversa location, al piano terra dell’albergo, nella veranda fronte mare. Una scelta che ne consentirà l’apertura tutto l’anno!

Maitò Viareggio fa parte del gruppo MyMaitò che include il celebre ristorante omonimo, dal 1960 a Forte dei Marmi, locale storico della Dolce Vita sulla costa toscana. Qui propone le caratteristiche tipiche di un locale versiliese: atmosfera rilassante, tavoli all’aperto sulla terrazza panoramica a bordo piscina con il lusso di un servizio fuori dal consueto.

La cucina, sempre ispirata dalla super mano di chef Mancino propone una rassegna impeccabile di classici con il primato del pesce: Gran Crudo di mare (scampi, sparnocchi, gambero rosso, tartare, carpaccio e ostriche), Tartare del giorno con capperi, olive ed arance, Gamberoni e maionese fatta in casa, e il nostro preferito, il Mare caldo Maitó (calamari, polpo, frutti di mare, sogliola e crostacei). Più Calamaretti spillo e carciofi saltati o Sauté di cozze e vongole con crostini.
Fra i primi Risotto Champagne e Scampi; Spaghetti alle vongole; Linguine, gambero cotto e crudo, bottarga di muggine; Penne agli scampi vecchia maniera. Fra i secondi il meglio del Pescato del giorno all’amo valorizzato con Fritto misto con verdurine, maionese agli agrumi fatta in casa, e Grigliata, oppure piatti sontuosi come la Catalana Maitó (aragosta, scampi, gamberoni, verdura e frutta di stagione), o gli Scampi Maitò al forno con pomodorini, o gli Scamponi Imperiali (al vapore, al forno, alla griglia).
Per la carne, il fornitore di fiducia è la Macelleria Cecchini: Tartare di manzo alla francese, Bistecca alla Fiorentina, Costata ed Etrusco, taglio perfetto per grigliate. Mentre le verdure sono a Km Zero dall’Azienda Agricola “L’Orto di Francesca”.

RISTORANTE MAITÒ VIAREGGIO
Grand Hotel Principe di Piemonte - Piazza Puccini, 1, 55049 Viareggio (LU) 0584 4011
aperto tutti i giorni 12.30-15 / 20-23
info@principedipiemonte.com – www.principedipiemonte.com




Le Pizze per l'Estate di Manuel Maiorano

Pistoia, Luglio  2022 - Pizza d’autore con ingredienti “rinfrescanti” come il gelato al peperone e   gli  Spicchi d’Aria,  ricette  ispirate ai cocktail più amati. Ecco l'estate di Manuel Maiorano, talentuoso pizzaiolo de La Fenice Pizzeria Contemporanea di Pistoia.

Un menù ricco di novità , che segue due filoni :  per le pizze contemporanee  ingredienti leggeri e freschi, come il gelato al peperone usato come topping nella Osteria Chic che si  trova nelle Focacce al Vapore  oppure la Fior d’Alice con Ricotta Mantecata con colatura di alici , fiore di zucca croccante, crumble di olive taggiasche e menta.  

Altra novità interessante le  nuove  ricette degli Spicchi D’aria - declinazioni della focaccia create per offrire un’esperienza culinaria diversa dalla pizza classica, cotta al vapore o nel forno elettrico e con farciture di eccellenza -   ispirate ai  cocktail più amati. Ecco La Via della Seta : Stracciatella di Bufala alla Curcuma, Polpo Piastrato, Pasta Kataifi, maionese allo Spritz. La Sir Francis Drake spicca con il suo Baccalà Mantecato, cipolla caramellata, maionese al mojito e  chips di peperone crusco di senise IGP.



Immancabili Gli Uramaki Fusion Pizza, inventati da Maiorano nel 2020 . Una creazione unica e  amatissima dai clienti (ingredienti e topping ricercatissimi, tecniche di cottura su misura della ricetta),  una nuova frontiera del piatto più amato nel mondo. Il collegamento con il sushi è una suggestione visuale: i rolls di pizza ricordano l’uramaki ma, gli ingredienti e la realizzazione della pasta sono tutti legati alla tradizione gastronomica nostrana.

Un menù ricco di sperimentazioni e innovazioni quello di Maiorano, che insieme al socio Cristiano Tirico ha creato un vero hub della pizza.

Per ordinazioni e prenotazioni:  0573 21167
IG: manuelmaiorano_official/lafenicepistoia
FB: Facebook.com/lafenicepizzeriacontemporanea
#manuelmaiorano #lafenicepizzeriacontemporanea

LA FENICE PIZZERIA CONTEMPORANEA di Pistoia
Via Dalmazia 73 – 0573 21167 – servizio delivery

Sottile, Ariosa, Fusion…
Intervista Chef: Manuel Maiorano, La Fenice Pizzeria Contemporanea. (novembre 2021)

Classe 89, cresciuto a Milano, Manuel diventa pizzaiolo quasi per caso. Un colpo di fulmine, e lascia tutto per amore della pizza. Studia e ricerca senza tregua finchè insieme a Cristian Tirico da il via al nuovo corso di uno storiuco locale, La Fenice Contemporanea di Pistoia.

Descrivici in breve la tua Pizza…
La mia è Verace, è Contemporanea, è Sottile, è Spicchi D’aria, è Uramaki Fusion pizza… Ho appena elencato le diverse tipologie di Pizza che realizzo. Dal 2019 a oggi sono passati solo due anni e inventiva e creatività non si sono mai fermate. Siamo partiti proponendo le pizze classiche: la verace e la sottile, subito dopo ho voluto sperimentare nuovi impasti e soprattutto creare dei topping con ingredienti ricercati di assoluta qualità. La mia pizza vuole essere un’esperienza vera e unica da far vivere a tutte le persone che ci scelgono.

Ingredienti, lievitazione, farine: cosa differenzia la tua pizza dalle altre e quale di questi tre elementi è più decisivo secondo te?
Lavoro solo farine certificate italiane al 100%, i miei impasti sono ad alta idratazione e lievitano dalle 36 alle 48 ore. I prodotti che utilizzo sono ispirati dalla continua ricerca per dare al cliente quel qualcosa in più che sta anche nella scoperta di un produttore o di un prodotto che non si trovano con facilità in altri locali.

La tua è una proposta moderna e quasi provocatoria. Come nascono gli Uramaki di pizza?
Non voglio essere provocatorio, il mio è solo un ulteriore omaggio al mondo della pizza. Amo sperimentare, creare e andare oltre a quelli che sono i “limiti” del mio settore. Avendo però il massimo rispetto per ciò che la pizza rappresenta come tradizione e ricchezza culturale del nostro paese. Gli Uramaki mi sono venuti in mente durante il Lockdown. Volevo fare un prodotto che potesse fare da aperitivo, da condividere con gli amici, una nuova esperienza. L’ispirazione giapponese è solo nell’estetica del piatto, in realtà gli ingredienti sono tutti italianissimi così come l’impasto.
E’ il fratello minore (solo per anagrafica) dei miei Spicchi d’aria”, declinazioni della focaccia create per offrire un'esperienza culinaria diversa dalla pizza classica, cotta al vapore o nel forno elettrico e con farciture di assoluta eccellenza, come le “Tapas”, focaccia in pala alla romana divisa in quarti, o la “focaccia al vapore” preparata in due cotture che la rende soffice dentro e croccante fuori e la “croccaria”, massimo sentore croccante e sapore rustico.

Autunno/Inverno in pizzeria, cosa ci dobbiamo aspettare nel tuo menù nei mesi avvenire?
Sto lavorando ad un prodotto per il Natale ma non posso svelare altro. Intanto a Novembre sulle nostre pizze troverete ingredienti di stagione come la zucca e i porcini.

Un consiglio agli aspiranti pizzaioli.
Capire qual’è la loro strada e seguire l’obiettivo senza fermarsi davanti a cadute o difficoltà. Fare esperienza, meglio avere un po’ di soldi in meno ma imparare e poter crescere, piuttosto che stare nella comfort zone e rimanere fermi!

Abbinamento Vino, Birra, cosa preferisci con una pizza?
Personalmente preferisco le Bollicine italiane, ai miei clienti consiglio abbinamenti di vino birra o spumante a seconda della tipologia di prodotto che prendono e ai diversi ingredienti che questi prevedono.

In viaggio con la Spigola nel Golfo degli Aranci

Forse non sapete che grazie ai nuovi voli da Firenze della snella compagnia aerea Vueling si raggiunge la Sardegna in 50 minuti e gli imprevisti sono molto meno di quelli che si possono trovare imboccando la FiPiLi direzione costa toscana !
Anche per questo non è stato difficile esplorare Golfo Aranci, 15 minuti dall’aereoporto di Olbia, un fantastico avamposto di Costa Smeralda a pochi km di distanza dai celebri Porto Cervo-Porto Rotondo. Non vi diremo della bellezza del mare, della perfetta tenuta del territorio, dell’armonia delle case, dei colori, dei fiori che esplodono in un silenzio marino ad ogni angolo del paese.
Vi diremo invece delle scoperte assai piacevoli e pure sorprendenti che abbiamo fatto. Luoghi incantevoli dove sarebbe sufficiente apparecchiare e servire semplici piatti di mare per un successo quasi scontato.

E invece scopri questo ristorante La Spigola, ambientato nell’omonimo stabilimento balneare direttamente in spiaggia, dove complice totale una bella famiglia piemontese da sempre proprietaria dell’impresa, il giovane chef Roberto Pisano sta dando vita ad una cucina di gran gusto e originalità che si fonda innanzitutto su una sconfinata passione e poi su tecniche eccellenti che lo chef ha maturato in un percorso di formazione, prima in Marina e poi in ristoranti stellati in Italia.
Punto di partenza sincero e dimostrato: la materia prima, il pesce, o è freschissino o non è! Al punto che se la Spigola, che battezza il locale, non è disponibile nel pescato dei giorni non si serve! Quindi materie prime al 100% sarde, con il pescato, solo dal mare circostante, certificato come #MarediSardegna.
Un’attitudine che si conferma subito quando ci presenta la più recente novità: una linea di prodotti in vaso: produzione ridotta, solo per appassionati. Tonno rosso, tonnarello e polpo di scoglio, selezionati già sulla barca, lasciati sotto ghiaccio per 8 ore e poi lavorati subito, con una tecnica di cottura che ne preserva i succhi e le componenti aromatiche. Un prodotto 100% Mare di Sardegna, in vendita per la prima volta quest’anno, che ha fatto il boom tra i clienti affezionati (potete ordinarli anche anche online).



“Il futuro del pesce, secondo lo chef, è infatti la “norcineria ittica”:
preparazioni che consentono una conservazione più lunga, contenimento degli scarti, scoperta di gusti inediti. La frollatura allunga la vita al prodotto (fino a tre mesi), ne accresce l’intensità, emergono aromi e sfumature inedite”.
In carta c’è anche un tonnetto frollato per 30 giorni e scottato con bietola ripassata e fondo bruno di scorfano. Il futuro del pesce, secondo Pisano, è la “norcineria ittica”: preparazioni che consentono una conservazione più lunga, contenimento degli scarti, ma anche e soprattutto un gusto inedito. Attraverso la frollatura non solo si allunga la vita al prodotto (fino a tre mesi), ma si accresce l’intensità, si fanno emergere aromi e sfumature impercettibili nel fresco, si ottiene una texture diversa. “E’ una sorta di esperienza in realtà aumentata – commenta - che comincia con la selezione di un prodotto di alta qualità, ma si potenzia grazie a una sapiente lavorazione”.

Tra le cose speciali che abbiamo gustato il pane Civraxiu da farina macinata a pietra e lievito madre, tipicamente sardo. Poi immancabile la fregola, con brodo di scorfano, brodo di gambero e ragù di pescato del giorno, e la bottarga, che corona lo Spaghetto di Gragnano, rinfrescato da lime e finocchio di mare.
Oltre 200 etichette in carta ma noi abbiano fatto rotta su alcuni vermentini di piccole cantine locali. Chapeau!

www.ristorantelaspigola.it

C’è un Oste nuovo sul Pianeta Cibrèo

Giulio Picchi, 40 anni, cresce nelle cucine e ne viene subito catturato dall’atmosfera. Dopo il Liceo Artistico, l’Accademia di Belle Arti di Firenze che però non termina proprio per l’amore e il legame con i ristoranti di babbo Fabio. Artista ed illustratore di talento, ama l’arte e il design ma l’amore per il buon cibo lo rapisce sempre. Insieme al mare, altra grande passione. Niente batte l’amore per i suoi tre figli, però, che ama alla follia.

Giulio Picchi: figlio d’arte, chef, cuoco o oste?? Come ti racconti, come ti definisci…
Oste! Con tanto amore e conoscenza della cucina e della cultura alimentare per la quale nutro anche un profondo rispetto. Figlio d’arte anche, sicuramente. Figlio di un cuoco che ha fatto del concetto di cucina “consapevole” e del Km zero una filosofia lunga una vita, anche quando non ne parlava nessuno.

Il “Pianeta Cibreo” oggi: punti di forza, momenti critici… raccontaci gli uni e gli altri.
Noi raccontiamo un insieme di idee unite dalla filosofia di babbo Picchi! Un filo rosso che lega tutti i nostri ristoranti che sono l’uno diverso dall'altro. Questo è sicuramente il nostro punto di forza, soddisfare i nostri clienti sia per un pranzo semplice, leggero ma di qualità come può offrire la Trattoria, sia per una cosa più informale al Caffè, con un cocktail o un piatto al volo, sia con una ristorazione di impronta più internazionale, quella del nostro Cibrèo Ristorante & Cocktail Bar a Hotel Helvetia & Bristol. Un universo con tanti pianeti. Altro punto di forza essere sulla sostanza delle cose: andare in profondità nel gusto, nel sapore del cibo e dei piatti. È un aspetto serio della vita, non è uno scherzo. Infine guardare al di fuori delle mura con dipendenti che vengono da tutto il mondo ed elementi di tutte le cucine del mondo.
Tra i punti critici il passaggio generazionale. Dalla filosofia di un personaggio istrionico come il babbo, un motore trainante di tutta l'azienda, ad una mia idea di impresa un pochino diversa: tanti motori magari più piccoli, meno istrionici, ma che portano avanti insieme un gruppo basato sulla forza e sull'unione che naviga verso il “mondo migliore” della ristorazione: cibo buono, aziende corrette, materia prima di qualità, difesa e tutela del territorio.

La Vostra cucina spiegata con poche parole semplici a chi (ancora!) non vi conosce...
L'Italia, la Toscana, Firenze le regioni di questo Paese meraviglioso, hanno la fortuna di essere nel mezzo del Mediterraneo, il centro del commercio del mondo… Io la chiamo scherzando “l'Autogrill del Mediterraneo”. Dalle barche scendevano idee, cose e materie prime. La cucina del Cibrèo è questo: piedi nella tradizione ma testa che sogna sempre di attraversare mari o Alpi: rubare la cannella di qua, il cumino di là, la curcuma di là e via e via. Una cucina tradizionale aperta al mondo.

Il vostro “piatto forte”...
Il Cibrèo, ovviamente. E l'utilizzo del quinto quarto. Babbo, per anni l'ha promosso e ne ha fatto il suo punto di forza. Frattaglie, trippa, lampredotto, collo di pollo. Ricette che non appartengono né alla cultura contadina né alla cultura della cucina di corte, ma nascono nei sobborghi cittadini. È qui che si avvicinano persone più povere che prediligono alimenti meno considerati, dai prezzi inferiori. Il Cibrèo è un piatto di cui Caterina de Medici si narra fosse appassionatissima. Questo intingolo di tante cose buone come il cuore, il fegato, i reni, la cresta del pollo. La parte difficile era che tutti questi elementi andavano cotti in maniera separata e poi riassemblati insieme con un goccino di brodo, il tuorlo d'uovo che non doveva mai essere freddo di frigo e il succo di limone… è un piatto straordinario che facciamo solo su ordinazione, perché non si può dare a tutti.

Il piatto più difficile da realizzare, ma di maggior soddisfazione.
Può sembrare banale: il nostro sformato di patate e ricotta è un qualcosa che chi non ha una ricetta precisa, non l'ha fatto ripetutamente, sbaglia. Se lo cuoci troppo diventa una frittata, se lo cucini poco non sta su e si squaglia. Poi degli sformati non si parla mai, c'è questo misunderstanding che vedo anche in chi viene dall'estero: si pensa sempre che l'Italia sia pasta, o pizza. Invece basta prendere l'Artusi per scoprire che c’è ben altro. Centinaia e centinaia di ricette uniche al mondo. Mio babbo diceva sempre: gli italiani sono per numero di ricette secondi solo ai cinesi, solo che loro sono miliardi e noi siamo 60 milioni!

La pietanza che preferite lavorare.
Il carciofo, perché rappresenta tutto quel discorso che fatto fino adesso. Chi sarà stato il primo ad aver mangiato un carciofo? Ci voleva quella capacità e intelligenza di prendere un fiore apparentemente brutto, duro, spinoso. E lì qualcuno, sicuramente una donna!, ha avuto la pazienza di strappare una foglia alla volta per scoprirne il cuore meraviglioso. Lasciamo stare che fa benissimo, ricco di proprietà benefiche, ma questo in realtà vale per tutto il mondo dei vegetali. Ma, ecco, l'idea che qualcuno sia riuscito a scavare al di là di questa crosta respingente e spinosa, è commovente! Quando inizia la stagione noi li mettiamo dappertutto: in un semplice uovo affrittellato, ci facciamo la “mamma” che ci piace tanto affogato nel purè.

Un ingrediente o un piatto sopravvalutato?
Una moda degli ultimi trent'anni, il caviale, il foie gras. Anche il salmone. Oggi non ci rendiamo conto che è più esclusivo comprare un’insalata vera o un carciofo vero anziché il caviale. È molto più esclusivo un cibo coltivato in maniera corretta sulle colline della vostra città.

Un ingrediente o un piatto sottovalutato?
Non diamo la giusta importanza ai vegetali. Via alle verdure, quindi, e tra tutti direi l'insalata. L'insalata oggi è maltrattata, in buste di plastica che costano probabilmente di più di quanto costi l'insalata stessa. Siamo riusciti a tradurre male un prodotto che porta benessere alla terra e al territorio, porta ossigeno e ripulisce dall'anidride carbonica in eccesso.

A cena con un buon vino. Le tue preferenze…
Dipende sempre da quando, come, con chi e perché. Il vino non è buono in sé e per sé. Questo secondo me è un concetto che farà magari arrabbiare i produttori più famosi e più “in”. Il vino sicuramente deve essere ben prodotto, non ci piove, ma poi il 15 agosto a cena, se mi porti un grandissimo Brunello ti guardo come a dire “lo metto in cantina e lo bevo a gennaio”!
Ho una passione particolare in questo frangente per vini come la Schiava o un Gamay, il vitigno che si usa per il Beaujolais però vinificato in montagna: Alpi, Valle d'Aosta, Trentino. Dei vini con quella trasparenza che a me piace nei rossi bevuti nelle belle stagioni. In altre sono un grande appassionato del Carmignano che in inverno ti dà potenza. Mi piace quel territorio, tutti quei produttori insieme per fare davvero biologico, fondamentale!

In breve, facci venire l’acquolina in bocca, raccontandoci i piatti salienti del menù di dicembre…
Sicuramente metteremo in pista i passatelli in brodo, un piatto che non è toscano e che mio babbo amava molto. Io li adoro. Noi li abbiamo sempre serviti in brodo, che per Fabio era un fatto assolutamente serio! Noi facevamo anche una cosa che non si dovrebbe nemmeno dire: si scolavano dal brodo e si servivano con il nostro ragù, un piatto straordinario. Poi rientrerà in pista il Baccalà Mantecato alla Cassi, una “brandade”, come la chiamano i parigini, una torta di baccalà a strati con patate lesse, porri soffritti nel burro, baccalà mantecato, pan grattato e infine gratinato in forno. Poi le nostre carni, la guancia e i carciofi. Tanti carciofi.

A cena a Firenze o in Toscana da un altro Chef... Chi?
Da Cristiano Tomei a Lucca. Non è il nostro stile, è quello degli stellati ma lo ammiro come persona. Mi piace il suo approccio alla materia prima, al territorio, alla toscanità. Da lui ho trascorso una serata fantastica. Ricordo anche quello che ho mangiato, cosa rara negli stellati… non me ne vogliano a male, ma con tutti quei piattini e tutti quegli ingredienti, spesso e volentieri non ti ricordi nemmeno che hai messo in bocca! Da lui mi ricordo tutto: una tartare fantastica servita su corteccia di pino, il risotto un po’ mezzo minestrone che ricordava tanto l'orto. E le carni, lepre e capriolo. E la sommelier, che poi è la moglie, mi ha servito due bottiglie straordinarie!

CIBRÈO
Via del Verrocchio, 8r –055 2341100 - Firenze - da mar a sab 12.30-14.30/19-22.30 (chiuso dom e lun) booking@cibreo.com
 - ph credit Alireza Mohtashami

Locale Firenze: maratona di giovani chef

Al Locale di Firenze un ciclo di appuntamenti in collaborazione con il Gruppo Sanpellegrino per promuovere la creatività dei giovani Chef. Obiettivo reinterpretare la cucina regionale con curiosità e innovazione.

La scena enogastronomica italiana è da tempo in fermento: uno spirito di scoperta e sperimentazione guida gli chef che guardano al passato come fonte di ispirazione e punto di partenza da cui avviare nuove riflessioni e proposte.

Per offrire a questi talenti un palcoscenico ideale per esprimersi, il Locale, ristorante e cocktail bar
di Firenze, dà il via a FoodFellas
, un ciclo di appuntamenti in collaborazione con Acqua Panna,
S.Pellegrino, Perrier e Bibite Sanpellegrino, brand del Gruppo Sanpellegrino, da sempre al fianco
del fine dining e del fine drinking internazionale.

Lo chef Simone Caponnetto, classe 1990 ed esperienze al Narisawa, al Mugaritz e al fianco di Heinz Beck, dialoga con giovani chef da tutta Italia: l’esperienza è inoltre arricchita da cocktail pairing, considerato lo straordinario apprezzamento che riscuote il bar de Il Locale (nel 2022 39° posto della World’s 50 Best Bars). Matteo Di Ienno, bartender di Locale, propone  drink ideati per l’occasione con l’utilizzo di Perrier e delle Bibite Sanpellegrino, realizzati con materie prime ricercate e ingredienti unici del territorio italiano,

Tra ottobre 2022 e giugno 2023, numerosi  chef si divertiranno a creare menu
inediti a quattro mani
con Simone Caponnetto, attraverso piatti che raccontino la loro filosofia di
cucina, per un’esperienza gastronomica esaltata e impreziosita dall’abbinamento con Acqua Panna
e S.Pellegrino.
Tra gli chef coinvolti, anche due membri della S.Pellegrino Young Chef Academy, il progetto
internazionale ideato da S.Pellegrino per dare nuove prospettive al futuro della gastronomia, che
prende vita in una piattaforma di formazione e networking di cui fanno parte i giovani chef e i
membri più influenti e rappresentativi del mondo della gastronomia.

Antonio Romano, vincitore italiano del Fine Dining Lovers Food for Thought Award durante l’ultima
edizione di S.Pellegrino Young Chef Academy Competition, ora alla guida di Spazio 7 a Torino, 1
stella Michelin, è lo chef ospite di FoodFellas il prossimo 19 ottobre.

Il 18 gennaio è la volta di Davide Marzullo, oggi chef di Trattoria Contemporanea a Lomazzo (Como) dopo aver vinto, nella finale regionale Italia e Sud Est Europa, il S.Pellegrino Award for Social Responsibility.

Il 17 maggio ci sarà il vincitore italiano della 5° edizione di San Pellegrino Young Chef Academy Competition, che si terrà nel 2023.

Gli altri chef coinvolti sono: Marco Ambrosino (prossima apertura a Napoli) – 16 novembre,
Stefano Sforza (Opera a Torino) – 14 dicembre, Giuseppe Molaro (Contaminazioni Restaurant a Somma Vesuviana) – 20 febbraio, Mattia Pecis (Cracco Portofino) – 22 marzo,  Sara Scarsella
(Ristorante Sintesi ad Ariccia).

LOCALE
Via delle Seggiole – tel 055 9067188  - aperto tutte le sere dalle 19,30 a notte

Alla Fattoria Lavacchio

Il nuovo ristorante della Fattoria Lavacchio è nel cuore di un suggestivo agriturismo. Sulle colline che sovrastano la Rufina un piccolo, elegante borgo, dove nella piazzetta si pranza e si cena con vista meravigliosa.

Annamaria Rubini è la Chef. Origini pugliesi, porta in tavola una bella dose di freschezza e originalità. Solitamente quando andiamo fuori porta ci troviamo cullati dalla tradizione, ma a Casabella siamo ben stupiti dal coraggio di un’innovazione eclettica e curiosa.


Pontassieve, via di Montefiesole 52 – 055 8396168 - da lun a ven a cena, sab e dom anche a pranzo, mer chiuso

INTERVISTA CHEF - OTTOBRE 2022

Siamo a Cucina di Casabella, il nuovo ristorante della Fattoria Lavacchio nel cuore di un suggestivo agriturismo. Sulle colline che sovrastano la Rufina si scopre un piccolo, elegante borgo, dove nella piazzetta si pranza e si cena con vista meravigliosa. Annamaria Rubini è la Chef. Origini pugliesi, porta in tavola una bella dose di freschezza e originalità. Solitamente quando andiamo fuori porta ci troviamo cullati dalla tradizione, ma a Casabella siamo ben stupiti dal coraggio di un’innovazione eclettica e curiosa. Conosciamo dunque meglio Annamaria e la sua cucina…



Le tue prime impressioni al ritorno in Toscana: cosa porti dalla tua Puglia e come intendi far coesistere due tradizioni così diverse?

Il ritorno è stato come un ritorno a casa. Io ho la fortuna di sentirmi a casa in due regioni perché entrambi hanno in comune tradizione, il rispetto per la terra e di ciò che offre valorizzando tutto ciò che ci circonda.

La Vostra cucina spiegata con poche parole semplici a chi non vi conosce...
Assomiglia alla mia identità pugliese-toscana. Cerco sempre l’equilibrio tra tradizione e valorizzazione della materia prima. E Cucina di Casabella è esattamente questo, dall’inizio alla fine, grazie anche alla collaborazione con piccole aziende agricole.

Il vostro “piatto forte”...
Le pappardelle di grani antichi con il pesto di sedano, scorza di limone e stracciatella. Un piatto simbolo della mia cucina che rappresenta al meglio i principi di Cucina di Casabella e di Fattoria Lavacchio. Non sono una persona abitudinaria, mi piace trovare abbinamenti e sapori inaspettati. Utilizzo la farina ai grani antichi per rimanere coerente con la nostra filosofia di non usare farine trattate e quindi collaborare con aziende come noi. La parte del sedano che lavoro nel pesto sono le foglie per evitare sprechi. Infine, non sarebbe la mia cucina senza un tocco pugliese, la stracciatella!

Il piatto più difficile da realizzare, ma di maggior soddisfazione.
Quello che mette in risalto ogni prodotto a 360° rispettando la nostra carta degli ingredienti locali e stagionali. Richiede una certa creatività e un senso di rinnovamento costante, ma dà grande soddisfazione quando il cliente può scegliere da un menù vario.

Un ingrediente o un piatto sopravvalutato?
Il prezzemolo... Non ha più il profumo di una volta resto sempre delusa. Quindi preferisco andare su altri odori altrettanto piacevoli da lavorare.

Un ingrediente o un piatto sottovalutato?
I fiori ovviamente! Perché, oltre ad impreziosire il piatto, sono ingredienti fondamentali sul piano di profumi e sapori. Sono super ricchi di proprietà organolettiche. Però sono contenta che sia sottovalutato perché ho potuto trovare la mia firma e rendere così i miei piatti unici.

A cena con un buon vino. Quale?
Facile! Il Cedro DOCG Chianti Rufina della Fattoria Lavacchio: non ti sbagli mai se vuoi un rosso! Sennò il bianco Oro del Cedro IGT che è una vendemmia tardiva (vino dolce), si abbina perfettamente al mio dessert del momento, il crumble alla farina di grano saraceno con cioccolato fondente e caramello salato. Una meraviglia in bocca!

In breve, facci venire l’acquolina in bocca, raccontandoci i piatti salienti del menù autunno/inverno...
Fegatelli di maiale con le susine fresche con crostino di pane lievitato tramite la fermentazione della frutta fresca. Porcini e crudo con castagne arrostite. Ravioli fatti in casa con ricotta di capra ed erbette selvatiche al burro e salvia. Il nostro dolce-forte: tagliatelle al cacao con cinghiale speziato. Peposo alla Fornacina con crema di fagioli. E come sempre ogni fine settimana pescato fresco locale.

A cena a Firenze o in Toscana da un altro Chef... Chi?

Mi mettete nei guai perché ho tanti amici ristoratori nella zona... Però, posso assicurarvi che in Toscana ci sono tantissimi locali dove farsi coccolare a cena o a pranzo.

CUCINA DI CASABELLA BY LAVACCHIO 

Pontassieve, via di Montefiesole 52 – 055 8396168 - da lun a ven a cena, sab e dom anche a pranzo, mer chiuso

RECENSIONE AGOSTO 2022 - Una Cucina agricola con il Fiore in bocca

Fuori dal tempo e a tratti anche dallo spazio, ecco Cucina di Casabella, il nuovo ristorante della Fattoria Lavacchio nel cuore di un suggestivo agriturismo. Sulle colline che sovrastano la Rufina si scopre un piccolo, elegante borgo, dove nella piazzetta si pranza e si cena con vista meravigliosa. Fuori dal tempo, perché sembra davvero di essere in uno di quei piccoli paesi da film dove viene rappresentata la vita campestre di un secolo fa, e dallo spazio, perché davvero ci si trova immersi in un paesaggio unico che fa dimenticare la città e le sue caotiche frenesie.

Annamaria Rubini è la Chef. Origini pugliesi, porta in tavola una bella dose di freschezza e originalità, inusuali per un locale così. Solitamente quando andiamo fuori porta, infatti, ci troviamo cullati dalla tradizione, mentre a Casabella siamo ben stupiti dal coraggio di un’innovazione eclettica e curiosa. Il menù propone ricette che strizzano l’occhio alla cucina toscana, ma quando si presentano sono mutate, arricchite da fiori edibili, marchio di fabbrica di Annamaria, con contrasti e accostamenti di sostanza. Una mano creativa che ama utilizzare al massimo il territorio dove opera, cogliendo – nel vero senso della parola – gli ingredienti dai campi vicini, utilizzando materie prime locali, se non addirittura di produzione propria.

In menù pappardelle, pici, tortelli, quaglia, galletto, fegatini e altre voci note a noi fiorentini. In questo caso però non sarebbe giusto descrivere i piatti, bisogna provarli per apprezzarli e valutarli. Una bella serata e cena che ci ha sorpreso positivamente. Il bello è stato soprattutto non sapere cosa aspettarsi. Nel weekend anche piatti di mare, un ulteriore spinta per andare a provare questa nuova cucina by Lavacchio, apprezzata azienda produttrice di vini biologici. Luogo ideale per una serata romantica, ma anche per un pranzo del weekend o una cena con amici o famiglia.


C’è un nuovo Salviatino!

Il Salviatino ha riaperto le sue porte, pronto ad accogliere gli ospiti con nuove, esclusive proposte nella magnifica villa rinascimentale del XV secolo, una location esclusiva immersa nel verde delle dolci colline fiesolane.

LA NUOVA POOLHOUSE, nel parco con vista sull’orto biologico e l’oliveto, ospita ogni giorno dalle 12 alle 15 la cucina farm-to-table dello chef Riccardo De Prà. Legata al benessere, propone piatti semplici e ingredienti di qualità raccolti giornalmente nell’orto biologico della villa.

PROTAGONISTA DELL’APERITIVO, servito nel bar della villa o nel magnifico giardino, è la curiosa cocktail list di Lorenzo Uberti, Viaggi e Miraggi. Ogni proposta racconta un ricordo di viaggio, che dura il tempo di assaporare un sorso; i profumi sono quelli avvolgenti dell’estate, in un’elegante e raffinata atmosfera in cui niente è scontato.

MA IL MOMENTO PIÙ MAGICO È LA SERA, quando si può gustare una cena da Giacomo al Salviatino, sulla Terrazza sotto il cielo stellato di Firenze, o nella magnifica Sala Affresco. La tradizione di Giacomo Milano, da sempre animata da una grande passione per la buona tavola e per i piatti classici della cucina italiana, giunge ora a Firenze grazie allo chef Angelo Mancuso: un menu ispirato all'autentica tradizione italiana con materie prime di alta qualità ed estrema attenzione per i dettagli, che si uniscono ad una piacevole convivialità e ad un'atmosfera cordiale e accogliente.
Il Salviatino è un luogo davvero inaspettato, a soli 10 minuti dal cuore pulsante della città di Firenze, ma immerso nel verde e nella tranquillità di una location unica, in un’atmosfera in cui il benessere e il relax prendono il sopravvento sulla frenesia della quotidianità.

Via del Salviatino 21 – 055 9041111 – salviatino.com

Alla Scoperta del Castello di Albola

Andiamo alla scoperta del borgo medievale di Castello di Albola  in cima alle colline chiantigiane, in un luogo incomparabile per il fascino della storia, per le suggestioni dell'arte e per il contesto agro-paesaggistico unico e di insuperabile armonia. 

Nel corso della sua storia, questo gioiello del Chianti è appartenuto alle più nobili famiglie toscane, dagli Acciaioli ai Samminiati, dai Pazzi ai Ginori Conti. La tenuta si estende per oltre 900 ettari, di cui 125 vitati e gode di una posizione d’eccellenza tra le più alte colline del Chianti Classico. Le vigne, un vero e proprio patrimonio per la cultura locale, sono collocate, in territori caratterizzati da forti pendenze, tra i 350 e 650 metri s.l.m. e godono di importanti escursioni termiche e di un microclima ideale per la produzione di vini d’eccellenza. Questo territorio, vocato alla produzione di Vino, produce, infatti, vini prestigiosi apprezzati in tutto il mondo, che continuano a ricevere ambiti premi e autorevoli riconoscimenti che sanciscono il Valore della cultura vitivinicola che esprimono proprio per questo motivo vengono chiamati “Wines Of Altitude”. 

A Castello di Albola i visitatori sono accolti in un ambiente unico come quello del Chianti Classico e accompagnati in un percorso che abbraccia storia e tradizioni toscane: dalla nobile eleganza delle vigne, alla suggestiva architettura del castello senza dimenticare il Valore dei vini della Tenuta. Qui, la cultura vitivinicola si tramanda di generazione in generazione: è un vero e proprio patrimonio locale che l’attuale proprietà coltiva ed è lieta di tramandare alle generazioni future. 

Le occasioni per scoprire questa realtà non mancano grazie ai Tour e le degustazioni. Segui su Instagram e Facebook @CastelloDiAlbola #WinesOfAltitude #YourAlbolaMoments o registrarsi alla Newsletter Eventi.


PROSSIMI EVENTI



CASTELLO DI ALBOLA
53017 Radda in Chianti (SI) Via Pian d'Albola, 31 - 0577 738019 - info@albola.it
DA FIRENZE: dall'autostrada A1 (Firenze-Roma) uscire a Firenze Impruneta, prendere la superstrada Palio (Firenze-Siena) uscire a S.Donato, seguire le indicazioni per Castellina in Chianti e successivamente per Radda in Chianti.
DA SIENA: prendere la S.S. 222 seguire le indicazioni per Castellina in Chianti e successivamente per Radda in Chianti.

Tre tappe gourmet sulla costa della Maremma

CASTIGLIONE DELLA PESCAIA
Osteria del Mare già Il Votapentole

Sulle braccia dello chef Massimiliano Ciregia sono tatuati una seppia e una cicala di mare. Sono sufficienti per comunicare l'amore carnale che questo chef nutre per la materia prima e il rispetto che le riserva in ogni suo piatto. Il locale è sulla passeggiata di Castiglione della Pescaia e si distingue per alcuni segni di design nel mood gustoso e genuino della trattoria tipica.

Insieme a Monica Zoi e Guglielmo Ciregia, ha riportato il profumo di sapori antichi in padella, anzi nel padellino. Infatti alcuni piatti sono serviti direttamente portando al tavolo la padella in rame dove si è cucinato la pietanza, così da non perderne essenza e sapore. Cacciucco, zuppetta di mare, gustose cicale, amatriciana di tonno con pici tirati a mano, gnocchi e ancora ancora, tutto in un avvolgente profumo. La cantina dei vini rispecchia a pieno la filosofia del locale che cerca di lavorare solo col pescato del giorno, quindi rispetto del territorio e le migliori etichette della Maremma.

Via 4 Novembre 15 - 0564 934763 - aperto pranzo e cena (chiuso lunedì) 35-45 euro vini escl
www.osteriadelmarecdp.it



FOLLONICA
OASI Ristorante sulla spiaggia


Una splendida terrazza sul mare, dal gusto raffinato e atmosfera luminosa, il menù di pesce offre i piatti che sono belli e buoni, così ben eseguiti che ovviamente sono un esplosione per il gusto e un piacere per la vista. L'intera esperienza è altamente istagrammabile! Lo chef Mirko Martinelli è l'anima di questo locale ed ama affermare che " le cose piu' straordinarie nascono dalle cose semplici ma è la fantasia a renderle magiche". Infatti c'è una sorta di magia nei suoi trionfi di crudi di pesce, o nei piatti della tradizione magnificate da tecniche moderne. Il Ristorante propone percorsi di gusto: "emozioni" con una selezione di 3 antipasti, oppure "il crudino" con variazioni di crudo del giorno, o il grand crudo... Ed ancora percorsi dove piatti freschissimi vengono eseguiti seguendo la stagionalità e la fortunata pesca giornaliera. Una prestigiosa selezione di etichette accompagna questi magnifici percorsi di gusto. Decisamente Cool.

Viale Italia 277 - aperto pranzo e cena (chiuso mer) 0566260008 cell. 333 3087454  www.ristoranteoasifollonica.it

SAN VINCENZO
Il Bucaniere

Una suggestiva terrazza sul mare che all’ora del tramonto si scopre davvero emozionante, pareti vetrate a vista e il suono delle onde che si infrangono. Due nomi fanno di questo luogo un fuoriclasse: l'architetto Massimiliano Fuksas che lo ha progettato e soprattutto il “bucaniere” Fulvietto Pierangelini, figlio d'arte alla scuola del celebre Gambero Rosso. In cucina attenzione totale alla materia prima, pescato del giorno e pescato dallo stesso Fulvietto, prodotti di terra a km zero dell'azienda agricola Agave della moglie Barbara: massime le espressioni di norcineria come la  strepitosa coppa, il culatello e la spalla. I piatti sono quelli della tradizione cucinati con grande tecnica. Da provare il ragù di mare e assolutamente qualsiasi pescato del giorno. Essendolo davvero apprezzerete come non mai l'esplosione di sapore. Un esperienza da veri professionisti del gusto. 


Viale  Marconi, 22 - 335 800 1695 - sempre aperto in estate - Prezzi antipasti e primi 16-20, secondi (pescato del giorno) 25, dessert 8.
www.ristoranteilbucaniere.com


Giulia Maria Ricci

Novita’ a Pietrasanta: Il Paradiso all’improvviso

Nella Piccola Atene della Versilia, colma di gallerie d’arte, ristorantini on the road, negozi “chicchettosi”, ecco sbocciare una novità di rilievo che sposa l’atmosfera incantevole del luogo con una cifra e un tono decisamente più elevato.

Paradis Pietrasanta, boutique hotel, ristorante e azienda agricola si scopre all’ingresso del paese, fondato dallo chef parigino Alain Cirelli, innamorato di questi luoghi e domiciliato a Capriglia da un decennio. Non è solo un albergo di charme poetico e artistico – busti del Rinascimento si incontrano con quelli di Mittoraj, lo scultore di Pietrasanta - ma anche un sistema diffuso di ospitalità in agriturismo (l’azienda agricola è a 10 minuti dal paese) e un incantevole ristorante nell’ampia corte fiorita dell’hotel, aperto ovviamente a tutti.



IL RISTORANTE – Ispirato dallo stesso Alain Cirelli, che nella sua intensa vita parigina ha collaborato con stellati famosi come Dutournier, Pacaud, Vié, Guérard, poi al fianco di Olivier Bertrand (Brasserie Lipp, Angelina, la Coupole du Printemps) vantando anche una presenza da Pinchiorri a Firenze nel ’92, ha trovato in Jonni Bertolaccini il suo executive chef.
La cucina è assolutamente in linea con l’ambiente e il progetto, in una parola diremo “delicata”. Materie prime locali e stagionali, frutta e verdura coltivate in agricoltura biologica nell’eco-azienda Paradis Agricole, a pochi km. Magica l’atmosfera del giardino progettato da Jean Mus, dove si cena a lume di candela tra alberi da frutto, fontane e stagni. All’interno invece nella vecchia sala d’armi, una gipsoteca con calchi in gesso di antiche statue.




In tavola si parte con un peposo di tonno rosso, fondo di vitella alla lemon grass e pomodorini, poi imbarazzo della scelta tra spaghetto Morelli con lupini di mare, bottarga di muggine e limone o i tagliolini di pasta fresca con cibreo di seppia, quindi un pesce di lenza al sale o la tataki di ricciola, sedano, rape e barbarosse. Anche piatti più classici, con il tonno del Chianti con i fagioli borlotti, i tordelli della tradizione versiliese, la pancia di maialino croccante e la porchetta di coniglio.
La lista dei vini, privilegia con evidente competenza, i vitigni toscani.
Un piccolo ristorante e un cocktail bar sono anche disponibili nel dehors su Piazza Crispi.

Che dire? Se Alain Cirelli aveva dei peccati da farsi perdonare, adesso ci è riuscito e si è guadagnato il Paradiso!

PARADIS PIETRASANTA Hotel e ristorante
Piazza Crispi 11/14, 55045 Pietrasanta - 058 41811031 - booking@paradispietrasanta.com - www.paradispietrasantahotel.com/it
FB ParadisPietrasantaHotel - IG hotelparadispietrasanta
Prezzi: antipasti 12-18, primi 18-22, secondi 20-30, dessert 8.


La Nuova Stagione del Golden View

Noi fiorentini spesso non ci rendiamo conto, passeggiando in centro, di quanta bellezza ci circonda. Presi da impegni, ma soprattutto essendoci nati dentro, spesso non ci fermiamo ad ammirare. Per farlo ci può aiutare un pranzo con vista o una cena panoramica. E un luogo speciale è il rinnovato ristorante a due passi da Ponte Vecchio che già nel nome dice molto: GOLDEN VIEW!

Dal 2002 fa parlare di sé. Oltre 500 mq a picco sull’Arno con un intero lato affacciato su Ponte Vecchio, Uffizi e oltre. Durante la pandemia ne ha approfittato rifacendosi il look. L’atmosfera è rimasta fedele, improntata su arte ed eleganza, linee pulite e colori chiari. Il restyling ha avuto come obiettivo quello di integrare l’identità culinaria con gli ambienti. Ora dominano marmo di Carrara e legno di ulivo. Tutto è immerso in un mood composto e monocromatico. Il bianco con nuance fumo diventa il filo conduttore che guida lo sguardo e amplia gli spazi. Tre sale collegate da  ampie vetrate o singole aperture. Il tutto curato dall’architetto Nicola Maggiaoli (MIARCA Architecture) che ha interpretato la nuova visione del giovane titolare Tommaso Grasso, cresciuto tra queste mura, visto che proprio lui, allora ventenne, lanciò questo locale. Oggi, insieme alla moglie Sara Taccetti, ne cura ogni dettaglio e lo considera casa sua.
La proposta è articolata tra cantina, gastronomia, panificio e cucina.

LA GRANDE VETRINA DI VINI all’ingresso è uno scorcio del regno del Wine Manager “Sommelier Narratore”, come ama definirsi, Paolo Miano, siciliano di origine, mattatore di indole. Considerata la seconda più importante in centro si trova in un fondo del ‘400, temperata e predisposta alla conservazione. Firmata dall’architetto Marta Sansoni è nell’omonima via dei Bardi, sotto Costa San Giorgio. Circa 8.000 bottiglie da scoprire. Dai “Super Tuscans” (Sassicaia, Ornellaia, Solaia, Tignanello) ai “Brunelli” (Biondi Santi, Soldera, Poggio di Sotto) fino a etichette da terre apoco esplorate, dalla Nuova Zelanda alla Corsica.

LA GASTRONOMIA è curata da Steven Baldini: eccellenze del Casentino e rarità italiane e internazionali come il capocollo e il lardo di Mangalica, vera prelibatezza. Particolare anche la selezione di formaggi. Il pane è fatto in casa dallo specialista Michael Pellegrini in diverse versioni con farine particolari.

IN CUCINA CHEF PAOLO SECCI raccoglie queste anime e le esplicita in una proposta a 360 gradi tra mare e terra. Vista la stagione, il pesce ci ha fatto più gola, ma anche la carne merita attenzione. Tra gli antipasti tartare di storione bianco, bottarga di caviale e coste di bietole al wasabi e avocado e Tempura di scampi, spuma di patate e tartufo nero sono i nostri consigli. Da provare anche la tartara di reale di Fassona o un grande classico toscano: il cervello fritto. Un angolo speciale è per i crudi di pesce: assaggi di Sicilia con crostacei; Crudo con pesce e crostacei e Gran Plateau Royal.
Tra i primi Risotto Carnaroli invecchiato ai crostacei crudi di Sicilia e asparagi o Ravioli di rana pescatrice, cozze e lupini e bottarga di muggine. Ardua la scelta tra i secondi: Piccione d’Anjou ai fichi con millefoglie di patate e Fegato di vitella tostato al burro di nocciola con scalogni al cartoccio e indivia brasata, che sul fronte terra rubano la scena. Dal mare la scelta dalla vetrina ha sempre il suo fascino. In alternativa Filetto e guancia di baccalà Morro islandese al profumo di aneto con crumble di pinoli e scorza di limone e spinaci.
Una cucina raffinata e moderna che rispetta la tradizione in cui è immersa e la conduce per mano nel futuro.

GOLDEN VIEW
Via dei Bardi 58r – 055 214502 – da mer a dom pranzo e cena - www.goldenview.it

Casa Barone: Un Bistrò-Boutique!

È il nuovo concept che si scopre in un angolo insolito di Sesto, un'oasi di design che desta stupore e curiosità. Grandi vetrate griffate col simbolo di Barone, una istituzione della pelletteria e moda fiorentina, che ha mantenuto alta la sua qualità e artigianalita' cogliendo le tendenze e i cambiamenti del settore. E chissà che questo loro nuovo concetto di locale non apra la strada ad un nuovo trend.

Nato nel pieno della pandemia da una chiacchierata tra Luciano Tisi e Massimo Romolini che hanno voluto unire le proprie esperienze in questo innovativo bistro-boutique. Dalle parole ai fatti. All'esterno una rigogliosa urban jungle: palme, banani, luci suggestive che scaldano l'atmosfera serale, spesso accompagnata da musica dal vivo. Un dehors glam accoglie con gusto lounge e da qui arriviamo all'interno dove pareti Savage Glam incorniciano il Bistrot che si fonde con la boutique. Nuova collezione e pezzi unici da osservare mentre si gusta un cocktail o o si cena. Anima non trascurabile del locale è la squadra, tutta al maschile: giovani bartender e camerieri dal gusto hipster, guidati dal timoniere Luciano, un sorriso che conquista per guidarvi tra selezioni di etichette e innovative mixology (un esempio? "cambio colore scelgo viola": gin - infuso di butterfly pea - sciroppo di zucchero – limone). Da provare.



Ma veniamo al pezzo forte, la cucina dello Chef Stefano Loardi. Mano d'artista e notevole tecnica, con gusto (moderato) dell’innovazione e passione per le cucine del mondo, da cui estrae ispirazione e creatività con materie prime eccellenti. Noi ci siamo affidati al “percorso al buio” dello Chef, spaziando dal salmone Glovlax scandinavo con barbabietola e yogurt al petto d'anatra con miele e lavanda agli spaghettoni con tartare di gambero blu e burrata; dai cappellacci su crema di riso allo zafferano ripieni di brasato a una rivisitazione del risotto alla milanese che conquista al primo boccone. Ed ancora tartare di fassona con nocciole, Carrè di cinghiale con coulis di Guinness e cece nero, e il Gado Gado di Tonno, trancio con arachidi, latte di cocco e mix di carote e cipollotto per un tuffo in Thailandia. Dulcis in fundo Barone's Gentleman, un sigaro di cioccolato con panna affumicata al whisky e vaniglia; o Namelaka, cremoso al cacao con frutti di bosco e riso soffiato.



Concept, atmosfera, gusto e la spensieratezza di un ambiente informale ma glam.

Giulia Maria Ricci

CASA BARONE
Sesto Fiorentino – via degli Olmi 65 – 055 0495968 – aperto 12:30 15:30 / 18 01 – sab 18-02 (chiuso dom) baronebistrot@baronefirenze.it

Martarè e il Nebbiolo

Un salotto caldo, atmosfera di fascino, luci soffuse, giusto mix tra design classico e moderno. Un contesto che ben introduce all’identità culinaria di Massimo: creativa, spontanea, concreta. Il menù cresce su radici toscane con ingredienti e ricette tipiche. Ogni piatto è arricchito dal tocco dello chef sia in tecnica, che nell’utilizzo di elementi e ingredienti che elevano la tradizione. Possibile acquistare prodotti: confetture, biscotti e altre leccornie.

EVENTI DEL MESE:

Giovedì 18 maggio La Cucina di Martarè incontra il Nebbiolo: piatti d’impronta toscana abbinati ad uno dei più nobili vitigni italiani.

Menù
Prosciutto ubriaco di prugnolo gentile e melone;
Reginette di senatore cappelli macinato a pietra e polvere di sangiovese al ragu di capriolo;
Porchetta di oca e ortaggi in agrodolce;
Macedonia di frutta moscato di Asti.

VINI: Viù 2022, Cascina Carlöt. Aganium 2020, Antichi Vigneti di Cantalupo. Orbello 2021, Tenute Sella

43 euro a persona, tutto compreso.

Via degli Alfani 91r - 055 2396466 - 339 4252115 - da mar a dom, pranzo e cena – martare.it – prezzi €€

RECENSIONE GENNAIO 2023

Sono qui da molti anni, in principio come sola gastronomia. Oggi invece un caldo salotto, dove fermarsi a pranzo o a cena e godere di un’atmosfera classica arricchita da elementi di design: sedute, lampade e tavoli. Un contesto che ben introduce all’identità culinaria di Massimo: creativa, spontanea, concreta.


Il menù cresce su radici toscane con ingredienti e ricette tipiche come il crostino di fegatini o la tortina di ceci o ancora il risotto al Vin Santo e i tortelli della Val d’Elsa. Ma anche piccione, tartare, baccalà e polpette. Ogni piatto è arricchito dal tocco dello chef sia in alcune tecniche, che nell’utilizzo di elementi e ingredienti che elevano la tradizione in qualche cosa di contemporaneo. In carta prevalgono elementi di terra, ma non mancano anche sfiziose scelte di mare come gnocchi di patate, senza farina e uovo e per questo cotti al vapore, con calamari spillo e limone. I piatti sono espressi e si possono abbinare ad una ricca scelta di vini con etichette anche di nicchia.
I dolci sono tutti realizzati in casa. Impossibile non citare la mitica Martarè, la torta al cioccolato spolverata di cacao che ha reso celebri Massimo e Marta nel mondo della pasticceria fiorentina e che qui si gusta accompagnata da una pallina di gelato home made.

Anche il pane - aiutateci a dire buono - è realizzato in loco con lievitazione naturale. Tanto buono da essere quasi pericoloso in quanto è praticamente impossibile non finire l’intero cestino prima che arrivino i piatti, ma d’altro canto ci sembra una delle migliori amuse-bouche che un ristorante possa offrire!

Da segnalare anche al possibilità di acquistare prodotti da portare a casa come confetture, biscotti e altre leccornie.



PIATTI DA PROVARE
Croissant con crostino toscano di fegatini, al Vin Santo DOC del Chianti
Piccione farcito al forno, funghi e crema di tobinambur
Gnocchi di patate senza farina e uovo, con calamari spillo e limone
Risotto al Vin Santo “Belcaro” doc del Chianti Classico con funghi e caciocavallo
Tartare di Fassona con aceto dolce al miele
Polpette di manzo e patate in salsa di pomodoro e ortaggi
Baccalà in salsa di uva, pomodoro e pinoli

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